By Cybergeppetto
La pensione, e l’ozio, del generale Mini incominciano a dare i loro frutti migliori
L’articolo Forze sprecate del generale Fabio Mini sull’ultimo numero de L’Espresso è un preclaro esempio della profondità e capacità di pensiero delle anime nobili e coscienziose della prima, seconda… ennesima Repubblica.
Un’apposita commissione del blog, costituita dall’Anacoreta (presidente), da SugarLady (membro) e dallo scrivente (membro e segretario), esaminate le perle di saggezza contenute nel saggio letterario/generalizio dell’augusto lesto fante (Mini è un bersagliere), ha deliberato all’unanimità di conferirgli il Premio Pensioni Sprecate.
Si tratta di un alto riconoscimento che viene tributato a tutti quegli italiani che si distinguono nell’impiego del loro tempo per analisi che nessuno ha chiesto loro, contraddistinte da una logica decisamente zoppicante e, infine, analisi che avrebbero potuto essere evitate andando ai giardinetti coi nipoti o, in subordine, giocando a briscola all’osteria.
L’articolo inizia subito con i fuochi artificiali allorché dichiara con solennità che nella situazione di crisi attuale una delle cose che spicca è “il silenzio dei militari”. Non è chiaro cosa sarebbe successo se il nostro fosse stato nominato Capo di Stato Maggiore della Difesa. Avrebbe criticato la speculazione in conferenza stampa? Avrebbe mandato una task force a rapire i presidenti delle agenzie di rating? Avrebbe chiuso Piazza Affari e spostato la Borsa a Forcella? Ci auguriamo vivamente che in prossimi articoli il signor generale sviluppi vieppiù il suo orientamento strategico comunicativo.
Colpisce il sussulto morale dell’articolo allorché sferza i militari in servizio con uno stentoreo j’accuse :” … ci si aspetterebbe che almeno qualcuno di essi parlasse…”. Eppure le cronache mediatiche non sono affollate da roboanti accuse del Generale, quando era in servizio, sullo stato della Difesa in Italia; forse allora sarà stato afflitto da afonia cronica evidentemente risolta all’atto del passaggio in quiescenza. Però ora rimane da curare la grafomania pensionistica.
Con animo grato, leggiamo che le Forze Armate :
– ”…non hanno un orientamento politico…”, magari ci voleva un commissario politico, lo avessimo saputo, potevamo trattenere il nostro in servizio;
– “…non hanno la conoscenza dei problemi sociali del paese…”, magari lui avrebbe potuto arruolare degli assistenti sociali;
– “…non hanno collegamenti con il mondo economico e con quello del lavoro..”, magari da quando lui si occupava di coordinare gli approvvigionamenti militari si saranno persi i contatti;
– “…non hanno intellettuali che le stimano e politici che si fidano…”, se gli avessimo dato un ruolo da opinion leader in servizio, forse gli intellettuali e i politici che si fidano di lui avrebbero spalmato un po’ di “humus” in meno sul ventilatore.
Tutta questa serie di perle non sarebbe stata sufficiente all’attribuzione del premio che, tuttavia, si rende necessaria per un passaggio dall’alto valore intellettuale, da alto tono morale e dalla scelta di un momento assai catartico.
Il nostro eroe postmoderno, con il suo piumetto in testa, così come Enrico Toti lanciava la sua gruccia contro l’Austrungarico invasore, verga con veemenza sul recto dello statino della sua pensione la direttiva strategica: ”le Forze Armate dovrebbero programmare una drastica riduzione in chiave efficientista partendo dalla definizione di ciò che è necessario all’Italia per la propria sicurezza militare”.
E se qualcuno ancora non sapesse che il potere militare dovrebbe essere soggetto a quello politico e che gli obiettivi li definisce la politica, orbene, costui può andare a fare l’attendente del signor generale.
Cybergeppetto
p.s. La commissione del Premio Pensioni Sprecate ha posto al primo punto dell’ordine del giorno della prossima seduta il conferimento dell’onorificenza anche a coloro che, con sagacia e serenità di giudizio, promossero fino al grado apicale il generale Mini.
Foto: blog Etleboro