Mancanza di pianificazione e di equipaggiamento, con il fiato della Nato sul collo che faceva pressione per proseguire nelle fasi di espansione della missione Isaf verso le province meridionali dell’Afghanistan. In queste condizioni le truppe britanniche hanno azzardato cinque anni fa l’espansione della missione Nato Isaf nella provincia di Helmand.
A riferire del rapporto parlamentare, che evidenzia l’aspetto rischioso e altamente aleatorio del dispiegamento militare in una provincia di cui si conosceva ancora troppo poco, è un articolo del 17 luglio pubblicato dal britannico Express.
Il rapporto fa riferimento alla fase di espansione della missione Isaf nel 2006 da Kabul a tutto il resto dell’Afghanistan.
Fu un dispiegamento affrettato con tutti i disagi del caso, rivela l’articolo. A partire dall’incapacità di adattarsi velocemente all’aspetto “banditesco” e “letale” della provincia di Helmand, popolato da IED oltre che da talebani e signori della guerra perfettamente a loro agio nell’area.
L’Air Chief Marshal Sir Jock Stirrup ricorda che le discussioni all’epoca erano del tipo “non sappiamo granché del sud tranne che non è il nord”. Secondo il generale Ed Butler, allora al vertice delle Forze Armate britanniche in Afghanistan, la resistenza dei talebani fu sorprendente, benché “ci fosse la sicurezza che il dispiegamento sarebbe avvenuto in un ambiente permissivo”.
Ma la cosa più scandalosa, come si apprende leggendo, è rappresentata dalla confusione comunicativa registrata tra militari e governo, al punto da esporre i comandanti alla critica di aver nascosto la pericolosità dell’azione, e il segretario alla Difesa di aver ingenuamente creduto che vi fossero abbastanza risorse. In realtà mancavano anche gli elicotteri.
Il generale Butler specifica infatti che il deficit di mezzi era pari a circa la metà del reale fabbisogno in quel momento in quelle circostanze. In netto contrasto con le dichiarazioni del marzo 2006 dell’allora segretario alla Difesa John Reid, che assicurava di essere a conoscenza della soddisfazione del comandante della task force elicotteri sul campo relativamente al numero di ore di volo disponibili.
L’articolo pubblicato dall’Express sottolinea anche l’errata convinzione dell’epoca secondo cui Helmand potesse essere gestita da 3mila militari birtannici. In realtà nella regione sono stati dispiegati 30mila militari della coalizione, secondo la Commissione Difesa della House of Commons britannica.
Una rivelazione che arriva in un momento difficile per le forze armate di Sua Maestà, soggette a drastici tagli di personale e di budget.
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Fonte: express.co.uk
Foto: ilfoglio.it