Ago 5, 2005
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Fini a Kabul, il modo di essere italiani

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pubblicato da Pagine di Difesa il 5 agosto 2005

“La ricostruzione è la priorità”. Così il vicepresidente del Consiglio, il ministro degli Esteri Gianfranco Fini, ha parlato del ruolo dell’Italia in Afghanistan nel corso di un incontro con i giornalisti a Camp Invictia a Kabul ieri 4 agosto.

“L’Italia è leader nella ricostruzione – ha specificato il ministro – e qui è proprio partita da zero assumendo un ruolo rilevante”. Fini ha fatto riferimento al Provincial Reconstruction Team (Prt) di Herat comandato dal colonnello Amedeo Sperotto. Il Prt di Herat rientra nella responsabilità del Regional Area Coordinator West (Rac-W) generale di brigata Giuseppe Santangelo, che coordina l’attività di altri tre Prt oltre a quello di Herat (Qal’eh-Now, Chaghcharan, Farah) al fine di creare in Afghanistan un ambiente stabile attraverso un processo di ricostruzione socioeconomica dell’area.

Questa peculiarità italiana è risultata molto gradita al presidente afgano Hamid Karzai che nel corso del colloquio con Fini ha espresso il suo apprezzamento per il rispetto che i militari italiani dimostrano nei confronti della popolazione locale. L’incontro con il ministro degli Esteri italiano è stato l’occasione per il presidente Karzai di tornare sugli argomenti affrontati a Roma in un incontro analogo avvenuto il 22 luglio.

Al centro del colloquio sono stati il ruolo del Pakistan, l’influenza dell’esempio afgano sugli altri paesi musulmani e i rapporti bilaterali tra l’Italia e l’Afghanistan, in particolare la ripresa del commercio. “E’ un ritorno auspicato – ha sottolineato Fini – dopo l’investimento che l’Italia ha affrontato in termini di difesa in questo luogo”.

Sempre in proposito ai rapporti tra i due paesi il vice presidente del Consiglio ha anticipato che “Karzai ha molte iniziative per far conoscere il suo paese da noi” e che “il ministro degli Esteri afgano e il suo omologo iracheno saranno al Meeting per l’amicizia fra i popoli a Rimini il prossimo 26 agosto. Tema comune: democrazia e solidarietà”.

“Nell’incontro avvenuto a Roma – ha proseguito Fini – Karzai chiedeva la presenza italiana per le costruzioni, le case e i manufatti in generale”. Così, accanto alla missione di supporto alla sicurezza gli italiani assumono il ruolo visibile e concreto di ricostruttori. E proprio l’uso dei macchinari da costruzione è materia di insegnamento dell’attività di addestramento dei genieri afgani condotta a Camp Invictia dalla compagnia Genio del reggimento Genio comandata dal colonnello Andrea Tortarolo. Un corso di 15 giorni programmato da Isaf con le forze di coalizione e destinato a ufficiali e sottufficiali dei reparti genio afgani.

Il consenso politico espresso da Fini nei confronti delle truppe italiane ha evidenziato l’impegno assunto dall’Italia “che non si sottrae alla responsabilità assunta per la paura del rischio di attacchi terroristici dato che ciò rappresenterebbe un venir meno al dovere morale”. Il ministro Fini ha ricordato “il rapporto particolare che lega i due paesi (il re afgano Zahir Shah è stato in Italia nel corso del suo esilio, ndr)” e ha chiarito che “non c’è un nesso diretto tra la presenza italiana in Afghanistan e il rischio che l’Italia corre al pari di altri paesi della comunità internazionale che hanno dichiarato guerra al terrorismo”.

Altrettanto consenso era stato espresso sul piano operativo ai militari italiani presenti in Afghanistan dal comandante operativo interforze generale di corpo d’armata Fabrizio Castagnetti, che lo scorso 3 agosto ha incontrato la task force Pantera nell’aeroporto di Kabul.

Ai marinai del 4° gruppo di volo della Marina di Grottaglie (Taranto), che compongono la task force su elicotteri AB 212 giunti in teatro il 26 luglio, il generale ha assicurato: “Voi avete l’affetto e il rispetto del nostro paese. Noi italiani portiamo quel pizzico di umanità e cultura che altri paesi più capaci di noi militarmente non sanno dare”.

Le stesse parole che il giorno successivo Karzai ha detto a Fini e che Fini ha riferito ai militari schierati in saluto a Camp Invictia: “Vi porto il ringraziamento di Karzai per l’umanità, il garbo e per il modo di essere dei soldati italiani”.

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