Nov 11, 2022
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Marina: il sommergibile Cappellini set del film Comandante, le riprese tra Taranto e Roma

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Sono iniziate a Taranto le riprese del nuovo film di Edoardo De Angelis, Comandante, che ha per protagonista Pierfrancesco Favino nel ruolo del Comandante Salvatore Todaro, leggendario eroe dei mari, ha fatto sapere la Marina Militare con un comunicato stampa del 10 novembre.

Per le riprese del film, che hanno una durata di 8 settimane e si svolgono a Taranto e a Roma, è stato ricostruito in ogni dettaglio il sommergibile Cappellini del 1940, lungo 73 metri per 70 tonnellate di acciaio, ricreato a partire dai progetti trovati nell’Ufficio Storico della Marina Militare, si apprende dal comunicato.

La sua realizzazione, in collaborazione con Cinecittà, ha coinvolto più di 100 professionisti tra ingegneri, costruttori e artigiani. I lavori sono durati 8 mesi e si sono conclusi con il varo all’interno del bacino dell’arsenale della Marina Militare.

La Marina Militare e Fincantieri sono tra i collaboratori di questo film che è stato scritto da Sandro Veronesi ed Edoardo De Angelis. Il 25 gennaio prossimo uscirà in libreria anche il romanzo, edito da Bompiani.

Il film è ambientato durante la Seconda Guerra Mondiale, quando Salvatore Todaro comanda il sommergibile Cappellini della Regia Marina alla sua maniera: prua rinforzata in acciaio per improbabili speronamenti, colpi di cannone sparati in emersione per affrontare faccia a faccia il nemico e un equipaggio armato di pugnale per impossibili corpo a corpo, si legge dal comunicato.

Nell’ottobre del 1940, mentre naviga in Atlantico, nel buio della notte si profila la sagoma di un mercantile che viaggia a luci spente, il Kabalo, che in seguito si scoprirà di nazionalità belga, che apre improvvisamente il fuoco contro il sommergibile e l’equipaggio italiano.

Scoppia una breve ma violenta battaglia nella quale il Comandante Todaro affonda il mercantile a colpi di cannone. Ed è a questo punto che il Comandante prende una decisione destinata a fare la storia: salvare i 26 naufraghi belgi condannati ad affogare in mezzo all’oceano per sbarcarli nel porto sicuro più vicino, come previsto dalla legge del mare. Per accoglierli a bordo sarà costretto a navigare in emersione per tre giorni, rendendosi visibile alle forze nemiche e mettendo a repentaglio la sua vita e quella dei suoi uomini.

Quando il capitano del Kabalo, sbarcando nella baia di Santa Maria delle Azzorre, gli chiede perché si sia esposto a un tale rischio contravvenendo alle direttive del suo stesso comando, il Comandante Todaro risponde con le parole che lo hanno reso una leggenda: “Perché noi siamo italiani”.

“L’uomo alla guida di una trireme romana duemila anni fa è lo stesso che comanda un sommergibile nel 1940, in Atlantico, in piena guerra. Quell’uomo si chiama Salvatore ed è forte. Affonda il ferro delle navi nemiche senza paura e senza pietà. Ma il nemico inerme non è più nemico, è solo un altro uomo e allora lo salva. Perché l’essere umano davvero forte è quello capace di tendere la mano al debole. Salvatore conosce le leggi eterne che governano il cielo e il mare e sa che sono superiori a qualunque altra legge. Salvatore è nato duemila anni fa: è un italiano, conclude il comunicato

Fonte: Marina Militare

Foto: @EnricoDeLuigi via Marina Militare

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Forze Armate