Il Generale di Corpo d’Armata Francesco Paolo Figliuolo, Comandante Operativo di Vertice Interforze (COVI), ha concluso il 28 luglio una visita ufficiale di due giorni in Bosnia Erzegovina, dove ha incontrato i militari italiani della missione europea Althea e diverse autorità diplomatiche e militari, si apprende da una nota stampa dello stesso COVI.
Al suo arrivo all’aeroporto della capitale bosniaca, il Comandante del COVI è stato ricevuto dal National Contingent Commander, Tenente Colonnello Roberto Sacchi, e in serata ha incontrato l’Ambasciatore d’Italia a Sarajevo, S.E. Marco Di Ruzza.
Giovedì mattina, dopo la resa degli onori presso il Comando della European Union Force (EUFOR) di Althea, il Generale Figliuolo ha incontrato il Comandante del NATO Headquarters di Sarajevo, Brigadier General Pamela Mc Gaha (Stati Uniti d’America) e, successivamente, il Comandante di EUFOR, Major General Anton Wessely (Austria).
La visita è proseguita presso lo Stato Maggiore della Difesa, per una office call con il Chief of the Joint Staff and Armed Forces of Bosnia and Herzegovina, Lieutenant General Senad Mašović.
Nel pomeriggio, il trasferimento a Camp Butmir, dove il Generale Figliuolo ha voluto incontrare e salutare gli uomini e le donne del contingente militare italiano impiegati a Sarajevo presso il NATO Headquarters e nell’operazione Althea.
Nel suo indirizzo di saluto, il Comandante del COVI ha ringraziato il personale italiano per la professionalità e la dedizione messe in campo nel complesso scenario in cui opera. In particolare, sottolinea la nota stampa, ha voluto sottolineare la centralità e l’importanza della presenza italiana nei Balcani occidentali, evidenziando quanto sia cruciale, per l’Italia, che questa regione continui a essere sicura e a prosperare.
La visita del Generale Figliuolo a Sarajevo avviene infatti in un momento in cui i noti eventi sul Fianco Est dell’Alleanza Atlantica generano inevitabilmente delle dinamiche che hanno dei riflessi anche nei Balcani. In questa regione, l’Italia rappresenta uno storico caposaldo, con la presenza delle proprie Forze Armate, oltre che nell’operazione EUFOR Althea, anche nel vicino Kosovo, dove opera il contingente KFOR della NATO.
L’impegno delle Forze Armate Italiane, ribadito di recente dallo stesso Ministro della Difesa, On. Guerini, è rivolto prevalentemente ad attività di monitoraggio e prevenzione delle tensioni interetniche e si articola anche in forme peculiari di collaborazione e coordinamento con i Paesi della regione, per preservare la stabilità della penisola Balcanica, di prioritario interesse nazionale. Ne sono un esempio, ricorda la nota, la pluralità di iniziative varate o sostenute dall’Italia, tra le quali i forum di difesa della DECI, di ADRION, della Multinational Peace Force South-Eastern Europe (MPFSEE), sino alle componenti specificamente militari, come la Multinational Land Force (MLF) e le attività di sorveglianza aerea che l’Aeronautica Militare svolge in permanenza a favore della Slovenia, dell’Albania e del Montenegro.
EUFOR è una forza imparziale di circa 1.100 soldati provenienti da 19 nazioni UE e non UE che si impegnano a sostenere il governo della Bosnia Erzegovina per contribuire alla stabilità del paese.
Althea è un’operazione militare a guida Unione Europea avviata il 2 dicembre 2004 su mandato delle Nazioni Unite (UNSCR 1551 del 9 luglio 2004), in sostituzione dell’operazione della NATO Joint Forge. È responsabile dell’attuazione degli allegati militari dell’accordo di pace di Dayton, firmato il 14 dicembre 1995, ed è condotta nell’ambito degli accordi Berlin Plus con il Supreme Headquarters Allied Powers Europe (SHAPE), che funge da quartier generale operativo (OHQ) dell’UE.
Il contingente militare italiano è attualmente composto da circa 60 soldati, conclude la nota del COVI.
Fonte e foto: COVI