Dal 17 marzo scorso nave Carabiniere è assegnata alla missione dell’Unione Europea EUNAVFOR Somalia – Operazione Atalanta, a presidio della zona compresa tra il Mar Rosso meridionale, il Golfo di Aden e bacino somalo, si apprende dallo Stato Maggiore della Difesa; la missione per la fregata italiana terminerà il prossimo agosto.
Per la nona volta il Comando dell’Operazione Atalanta sarà affidato a un ufficiale ammiraglio della Marina Militare, il contrammiraglio Luca Pasquale Esposito. Sotto il suo comando la task force aeronavale europea, della quale il Carabiniere svolgerà il ruolo di nave sede di comando (flagship), assicurerà il pattugliamento nelle aree di interesse e nei corridoi di transito delle unità mercantili e la lotta alla pirateria, cooperando con le altre forze marittime presenti nell’area.
L’operazione Atalanta, decisa dal Consiglio Europeo nel novembre del 2008, è stata la prima operazione militare a carattere marittimo a guida europea, nata con l’obiettivo di prevenire e reprimere gli atti di pirateria nell’area del Corno d’Africa (Golfo di Aden e bacino Somalo) che continuano a rappresentare una minaccia latente per la libertà di navigazione del traffico mercantile e, in particolare, per il trasporto degli aiuti umanitari del World Food Programme (WFP) in Somalia e Yemen.
Partita dal porto di Taranto domenica 14 marzo al comando del capitano di fregata Alessandro De Lucia, la nave e il suo equipaggio saranno anche impegnati in attività di Civilian and Military Cooperation (CiMIC), per fornire supporto e beni di prima necessità alle popolazioni locali in difficoltà rispettando le restrizioni anti-COVID in vigore.
Approfondimenti (fonte Stato Maggiore della Difesa):
Operazione Atalanta – L’Operazione Atalanta, istituita dal Consiglio Europeo nel novembre del 2008, è stata la prima iniziativa militare europea a carattere marittimo volta a prevenire e contrastare gli atti di pirateria nell’area del Corno d’Africa (Mar Rosso, Golfo di Aden e bacino somalo), a tutela della libertà di navigazione del traffico mercantile e in particolare a protezione delle navi impiegate dal World Food Programme (WFP) per il trasporto degli aiuti umanitari in Somalia.
Nave Carabiniere – Quarta unità del programma italo-francese FREMM (Fregata Europea Multi Missione) e la terza della Classe in versione antisommergibile (FREMM ASW). È stata varata il 29 marzo 2014 presso il cantiere di Riva Trigoso (GE) e consegnata alla Marina Militare il 28 aprile 2015. Ha un equipaggio di 168 tra uomini e donne, 145 metri di lunghezza e un dislocamento a pieno carico di 6.700 tonnellate.
Nave Carabiniere, una fregata di nuova generazione caratterizzata dalla possibilità di impiego in vari contesti operativi. Le sue capacità di scoperta e l’armamento la rendono idonea per operazioni di sorveglianza e interdizione di traffici illeciti, prevenzione e controllo dell’immigrazione illegale, attività specifiche di Sea Control e protezione delle Sea Lines of Communication (SLOC) e operazioni di interdizione marittima (MIO), contrasto alla minaccia di naviglio ostile con particolare riguardo alla lotta antisommergibile, assistenza umanitaria e concorsi in caso di calamità naturali.
La polivalenza di nave Carabiniere è garantita anche dai sistemi d’arma in dotazione, come il radar di scoperta aereo attivo MFRA (Multifunctional RADAR Active) integrato con il sistema missilistico antiaereo SAAM-ESD (Surface to Anti Air Missile – Extended Self Defence), costituito da una batteria di due lanciatori verticali Sylver A-50 capaci di alloggiare 16 missili tipo Aster. Per quanto attiene alla specifica funzione antisommergibile, oltre ai sistemi sonar a scafo comuni alla versione GP (General Purpose) della Classe FREMM, l’unità è dotata di un sonar a profondità variabile (VDS), attivo e a bassa frequenza, Thales 4249.
Nave Carabiniere è progettata per imbarcare anche una componente elicotteristica medio-pesante, specificatamente EH-101 ed SH-90 (utilizzabili sia in ruolo antinave che antisommergibile), aeromobili di prestazioni e autonomia superiori rispetto ai mezzi della precedente generazione che consentono di sorvegliare più ampi tratti di mare e intervenire in tempi più contenuti a maggiori distanze nello svolgimento delle missioni assegnate. In aggiunta alla sua funzione primaria, l’unità navale imbarca anche un battello a chiglia rigida e un rhib da 7 metri per le operazioni con il boarding team imbarcato.
Fonte e foto: SMD