Ago 16, 2005
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Herat, Sperotto: ricostruire il senso dello Stato

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pubblicato da Pagine di Difesa il 16 agosto 2005

Herat, Afghanistan – “Il Provincial Reconstruction Team (Prt) dà un senso all’intervento concettuale delle Forze armate: è orientato alla ricostruzione del paese”. Per il colonnello Amedeo Sperotto, comandante dallo scorso 30 giugno del Prt di Herat, “l’obiettivo del team di ricostruzione provinciale è quello di instaurare un rapporto di fiducia con i locali e veicolarlo verso le stesse autorità del luogo, in modo da sviluppare negli afgani il senso dello Stato”.

Per definizione il Prt ha come missione l’attività di supporto alle iniziative di ricostruzione condotte dalle organizzazioni nazionali e internazionali che operano nell’area. E’ una struttura composta sia da militari che da civili: nel dettaglio il Prt di Herat è costituito da una task force nazionale di circa 120 militari (task force Lince), comandati dal colonnello Sperotto, e da un gruppo di esperti del ministero degli Esteri (Mae), coordinati dal ministro Carlo Ungaro.

Il Prt di Herat ha sede a Camp Vianini in centro città e dal 31 maggio viene coordinato insieme con altri tre Prt (quello americano della provincia di Farah, quello lituano della provincia di Ghor e quello spagnolo della provincia di Badghis) da un Regional Area Coordinator West italiano, il generale di brigata Giuseppe Santangelo.

“Ogni Prt – spiega Sperotto – è una struttura a sé con le sue caratteristiche. Questa differenza è dovuta alla necessità di adeguare il team all’ambiente in cui si opera, alle circostanze in cui ci si trova e ai risultati da conseguire nell’area”. In questo senso l’Afghanistan potrebbe costituire un esempio, dato che è il primo teatro operativo in cui si è attuato tale progetto destinato a creare un ambiente stabile attraverso la ricostruzione socio-economica della regione.

“Il team di ricostruzione potrebbe diventare un elemento su cui riflettere – sostiene il colonnello – e fornire risultati da valutare e analizzare”. Un insieme di lezioni apprese, dunque, utili in futuro a giudicare la bontà dell’esperimento e a decidere se “l’esempio Afghanistan”, di cui ha parlato il ministro degli Esteri Gianfranco Fini lo scorso 4 agosto a Camp Invictia (Kabul), sia davvero da ritenere un postulato di partenza per i teatri operativi in fase di ricostruzione.

Il comandante Sperotto sottolinea che “con l’attività del Prt si arriva a capire la società in cui si opera sotto tutti i punti di vista e se ne comprendono le esigenze e le richieste, ma non ci si sostituisce mai alle autorità del luogo. Anzi, è nostra intenzione veicolare la fiducia che la gente ripone in noi verso le autorità locali”.

Questo è reso possibile dall’attività del Cimic, la cooperazione civile-militare che costituisce la peculiarità del Prt e che consente di entrare in relazione con organismi tecnici e con autorità locali, arrivando a redigere relazioni, delineare progetti e a valutarne la fattibilità. “Il Cimic – chiarisce il colonnello Sperotto – è uno degli assetti più efficienti ed efficaci del Prt, il cui centro di gravità è il consenso”.

In meno di sei mesi il Cimic ha partecipato a 273 riunioni con organizzazioni governative, non governative e autorità locali; ha messo in atto 6 attività sanitarie a favore della popolazione; ha condotto 38 attività nei vari distretti della provincia di Herat; ha redatto 83 relazioni di valutazione in villaggi destinatari di attività di sviluppo; è coinvolto nella ricostruzione di 10 scuole, di spogliatoi per il palazzo dello sport di Herat, di 30 pozzi per l’acqua e della rete idrica in 4 distretti del capoluogo. In tutto percorrendo poco meno di 43.000 chilometri, dove il tempo medio di percorrenza del chilometro terrestre è inimmaginabile per gli standard occidentali.

“Senza consenso non si costruisce la fiducia” torna a ribadire il comandante Sperotto, che precisa: “La consegna degli aiuti è complementare al compito principale del Prt e rappresenta un ottimo veicolo per aumentare il consenso immediato nei nostri confronti”. Dal 13 febbraio al 29 luglio il Cimic ha distribuito aiuti umanitari in nove occasioni.

“Ma se volessimo solo ricostruire – spiega il colonnello – basterebbero i reparti Genio, così come se volessimo solo aiutare basterebbe la Croce rossa. Il Prt è una opportunità nuova che sta dando ottimi risultati”. Dare la possibilità ai locali di impegnarsi concretamente nella ricostruzione sulla base dei progetti preparati dal Cimic ha come conseguenza l’apprezzamento della popolazione alla propria autorità locale. “Accresce la responsabilità e il senso dello Stato” torna a sottolineare Sperotto, che conclude: “La gente comune e le stesse autorità stanno rispondendo positivamente a questa iniziativa e non hanno problemi a esporre la loro situazione, non sono diffidenti verso di noi. Da parte loro non ci sono pretese ma aspettative”.

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