Da oggi, 18 ottobre, e fino a dopodomani 20 ottobre, presso il Comando Subacquei ed Incursioni (COMSUBIN) della Marina Militare a La Spezia, si svolgono il V Convegno Capitano Bruno Falcomatà e il XXIII Congresso Nazionale della Società Italiana di Medicina Subacquea ed Iperbarica (SIMSI), ha fatto sapere la stessa Marina Militare con un comunciato stampa del 15 ottobre scorso.
Durante l’evento, i massimi esperti della medicina subacquea e iperbarica affrontano temi riguardanti la sicurezza, le normative, le nuove sperimentazioni e gli studi nell’ambito di questa importante branca della medicina, condividendo, nell’ambito di una sempre più stretta collaborazione tra il mondo militare e quello civile, le competenze e le esperienze nell’ambito della subacquea, settore in cui proprio la Marina Militare rappresenta un centro di eccellenza nazionale.
Al convegno partecipano il prof Pasquale Longobardi, Presidente del SIMSI, l’Ispettore della Sanità della Marina Militare, ammiraglio ispettore Mauro Barbierato, e il comandante di COMSUBIN, ammiraglio di divisione Paolo Pezzutti.
Questa attività, così come quelle regolarmente condotte presso il COMSUBIN, ricorda il comunicato, confermano la particolare vocazione duale e complementare con cui la Forza Armata, oltre ad assolvere i compiti istituzionali di difesa del Paese, rende disponibili i propri mezzi, le proprie capacità e l’expertise del proprio personale a favore della collettività, del mondo della ricerca e delle istituzioni.
Approfondimenti (fonte Marina Militare):
Gruppo Operativo Subacquei (GOS)
Il Gruppo Operativo Subacquei del Comando Subacquei ed Incursori della Marina Militare ha acquisito nel tempo la capacità di operare sotto la superficie del mare sino a 300 metri con l’uomo e sino a 1.500 metri con i veicoli subacquei.
Con una storia di 169 anni alle spalle, il GOS è l’eccellenza nell’ambito delle operazioni subacquee ed estende le proprie capacità anche a numerose attività a favore della collettività soprattutto in ambito sanitario, scientifico e sociale. Sono stati migliaia gli interventi volti alla bonifica dei litorali italiani da ordigni esplosivi residuati bellici e quelli svolti per condurre trattamenti di ossigeno terapia iperbarica a favore di pazienti civili.
Il Comando Subacquei ed Incursori è infatti dotato di una idro-ambulanza di classe A, che viene impiegata dal proprio personale altamente specializzato, contestualmente all’unico impianto iperbarico presente sul territorio, per soccorrere non solo operatori militari qualora affetti da patologia da decompressione conseguenti ad attività subacquee, ma, grazie a una convenzione tra la Marina Militare e l’Agenzia Sanitaria Locale della Spezia, a fornire al contempo supporto alla popolazione per mezzo dei trattamenti di Ossigeno Terapia Iperbarica in emergenza, finalizzati alla risoluzione di numerose patologie cliniche, tra le quali l’avvelenamento da monossido di carbonio, le gangrene gassose e le lesioni da schiacciamento o fratture a rischio.
Per queste peculiarità gli operatori subacquei delle altre Forze Armate e Corpi Armati dello Stato possono essere formati esclusivamente dal Gruppo Scuole di COMSUBIN che, attraverso dedicati percorsi formativi, li abilita a condurre immersioni in basso fondale secondo le rispettive competenze.
Capitano medico Bruno Falcomatà Medaglia d’oro al Valor Militare alla memoria
“Ufficiale medico di eminenti qualità, univa all’eccellenza della mente dedita con successo alle indagini scientifiche, fermezza di carattere, generosità di intenti, spirito di sacrificio illimitato e dedizione incondizionata alla Patria.
Capo Servizio Sanitario dei mezzi d’assalto della Regia Marina, recava senza riposo e col suo stesso cimento fisico, prezioso contributo scientifico alla difficile pericolosa e lunga preparazione del personale.
Nel tentativo di forzamento di una delle più potenti e meglio difese basi navali avversarie chiese, e seppe ottenere al di là del proprio dovere, di seguire gli uomini ed assisterli fino al momento del lancio avvenuto a pochi metri dalle ostruzioni della piazzaforte. Percepita la disperata ed incerta lotta affrontata dagli operatori, assieme agli altri ufficiali, non volle abbandonare i propri uomini, attendendo sul punto di lancio molte ore il tempo stabilito.
Nel tentativo di disimpegno, l’unità fu attaccata a fondo da numerosi aerei; raggiunto al termine di disperata schermaglia da raffiche di armi automatiche, cadde a fianco degli altri compagni d’arme al posto che aveva tenuto oltre il dovere.
Acque di Malta, alba del 26 luglio 1941.”
Fonte e foto: Marina Militare