Mar 7, 2011
553 Views
0 0

Libia, umiliazione a Bengasi per i SAS e gli MI6 di Sua Maestà

Written by

E’ il quotidiano britannico The Telegraph a riportare il fallimento delle truppe speciali e dell’intelligence britannica nelle prime ore di venerdì 4 marzo a Bengasi, nella Libia in fermento.

Una missione, riferisce il quotidiano, cominciata e finita nell’errore. Gli uomini delle forze speciali, infatti, prima sono stati catturati dai ribelli e poi rilasciati dietro preghiera di un diplomatico.

E come se non bastasse, la supplica è stata trasmessa sabato sera dalla tv di stato libica che ha intercettato la comunicazione tra l’ambasciatore britannico Richard Northern in Libia e un capo dei ribelli.

Il guaio è accaduto venerdì, quando un elicottero britannico con il prezioso carico di truppe d’élite è atterrato a 20 miglia dalla roccaforte dei ribelli a Bengasi senza preavvisare gli stessi ribelli dell’atterraggio, che ufficialmente aveva finalità umanitarie di rilievo delle condizioni di vita dei rivoltosi.

Gli specialisti britannici, in tutto sette tra i soldati delle SAS e gli ufficiali dell’MI6, vengono subito bloccati. Dichiarano di non essere armati ma al controllo risulta esattamente il contrario.

Un portavoce dei ribelli, Hafiz Ghoga, riferisce che i sette vengono trattenuti in detenzione a causa delle modalità di segretezza usate nell’ingresso in Libia.

“La ragione per cui sono stati arrestati, riferisce il portavoce, è che (i britannici) sono entrati nel paese in modo non ufficiale e senza nessun previo accordo con le autorità libiche. La Libia è uno stato indipendente, abbiamo i nostri confini e ci aspettiamo che vengano rispettati da chiunque”.

I britannici protagonisti del clamoroso errore, un’ingiustizia nei confornti della sovranità statuale della Libia, sono stati rimpatriati a bordo della HMS Cumberland, il cui motto è – ironia della sorte – Justitia tenax.

Un fallimento totale sul piano militare, diplomatico e di intelligence destinato a compromettere ogni futuro intervento britannico in Libia. Soprattutto perché con quell’intercettazione Gheddafi ora può sostenere a ragion veduta la teoria del complotto occidentale.

Fonte: The Telegraph

Foto: servizisegreti.com

Article Categories:
Forze Armate · Sicurezza