Si è svolta il 26 settembre scorso, a Palazzo Foscolo di Oderzo, in provincia di Treviso, la prima delle due giornate in programma per il 10° Forum Internazionale dei Comandanti delle Unità specializzate in Cooperazione Civile-Militare (CIMIC – Civil Military Cooperation) della NATO, organizzato dal Multinational CIMIC Group (MNCG) di Motta di Livenza su delega del Supreme Headquarters Allied Powers Europe (SHAPE).
È lo stesso CIMIC a darne notizia con un comunicato stampa.
L’evento, che ha riunito 49 tra comandanti delle unità NATO e membri del Partnership for Peace (PfP), nonché specialisti del settore provenienti da 19 Paesi, è stato un’occasione per condividere con autorità civili, rappresentanti degli atenei di Padova e Verona, della Croce Rossa Italiana e rappresentanti della stampa un momento di confronto internazionale su tematiche afferenti alla cooperazione e all’interazione tra la componente civile e quella militare, “un fattore ormai imprescindibile in tutti gli scenari operativi”, sottolinea il comunicato stampa.
Oggetto di discussione è stata quest’anno la Cooperazione Civile-Militare nell’ambito delle cosiddette Operazioni “Articolo 5”, ossia quelle azioni intraprese dai Paesi dell’Alleanza Atlantica in termini di difesa collettiva e reazione a un attacco armato.
Al Forum hanno preso parte, in qualità di relatori, il gen Vincenzo Camporini, già Capo di Stato Maggiore della Difesa e attuale Vice Presidente dell’Istituto Affari Internazionali (IAI), e il gen Toon van Loon, già Comandante del 1° German/Dutch Corps (1 GE/NL Corps) con pluriennale esperienza nei Comandi NATO.
Nel Corso del suo intervento, il gen Camporini ha sottolineato l’importanza e la necessità di conoscere profondamente i costumi, le tradizioni, la cultura e, più in generale, l’ambiente in cui si deve operare, al fine di sviluppare la capacità di interagire con le molteplici e diversificate entità civili con cui l’operatore CIMIC deve interfacciarsi.
Inoltre, l’ex Capo di Stato Maggiore della Difesa ha evidenziato la necessità di sviluppare la funzione CIMIC a prescindere dal contesto operativo di riferimento, sia questo di Crisis Responce Operation o Art. 5 Operation.
L’Italia dal 2002 si è dotata di un’unità specializzata in Cooperazione Civile-Militare, il Multinational CIMIC Group, interforze a guida Esercito e multinazionale affiliata alla NATO, con i contributi di Grecia, Portogallo, Romania, Slovenia e Ungheria, in grado di intervenire in tutto lo spettro dei conflitti.
La capacità di interagire con tutti gli attori civili coinvolti nel conflitto, dalle autorità locali alle Organizzazioni Internazionali (IOs), dalle Organizzazioni Governative (GOs) a quelle Non Governative (ONG), ai media, disponendo del miglior livello di conoscenza possibile ed effettuando una valutazione costante dell’ambiente socio-culturale, consente di acquisire e mantenere il consenso della popolazione civile e, al contempo, perseguire, nel quadro di un contesto il più collaborativo possibile, il massimo livello di interazione al fine di coordinare gli sforzi – “ad esempio relativi alla realizzazione di progetti formativi, infrastrutturali, di sviluppo economico ecc.”, accenna il comunicato stampa del MNCG – e favorire ogni azione funzionale al raggiungimento della missione.
Il Multinational CIMIC Group fornisce attualmente assetti in tutte le principali missioni che vedono impegnati contingenti italiani, dal Libano al Kosovo, dall’Afghanistan alla Somalia, e inoltre per l’Operazione EUNAVFORMED.
Il Comando Multinazionale di Motta di Livenza è, inoltre, in ambito Difesa, l’unico polo di formazione per la funzione CIMIC: “a oggi sono circa 1.400 gli studenti, delle varie Forze Armate e stranieri, passati dai banchi del Multinational CIMIC Group, a testimonianza di un’offerta didattica sempre più aderente alle esigenze formative degli specialisti che operano nei sempre più mutevoli scenari operativi”, conclude il comunicato.
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Fonte e foto: MNCG