Il 26 e 27 settembre scorsi i delegati delle Marine Militari europee si sono riuniti presso il Raggruppamento Subacquei e Incursori della Marina Militare (COMSUBIN), a Le Grazie Portovenere, in provincia di La Spezia, nell’ambito di un’iniziativa proposta dall’Agenzia Europea di Difesa (EDA) dedicata alla cooperazione europea nelle aree della formazione e addestramento del settore subacqueo, denominata “Pooling & Sharing Initiative – Naval Training – Diving Study”.
È la Marina Militare a renderlo noto con un comunicato stampa del 29 settembre.
“Nato con il fine di aggregare risorse e promuovere lo sviluppo di comuni percorsi in ambiti operativi ‘di nicchia’ – spiega il comunicato – questo progetto ha già permesso di completare un primo studio dove è risaltata la priorità di standardizzare la figura professionale e la formazione dell’operatore subacqueo militare”.
Durante il workshop che si è svolto al COMSUBIN sono stati presentati i risultati di un secondo studio, finanziato dall’Agenzia, con lo scopo di identificare e descrivere le caratteristiche che dovranno possedere i subacquei militari sulla base dei diversi aspetti normativi e operativi in uso nelle diverse Marine.
Sono state gettate, quindi, le basi per identificare e descrivere le caratteristiche di questi specialisti in seno alle diverse Marine, con l’ambizione finale di pervenire sia a una sorta di “patente europea” dell’operatore subacqueo militare che ne certifichi le capacità e l’idoneità psico-fisica, sia all’individuazione delle Scuole Subacquee delle diverse Nazioni che posseggano i requisiti minimi per formare tale personale.
“In tale contesto va sottolineato come il COMSUBIN rappresenti da sempre un’eccellenza riconosciuta in ambito europeo e mondiale in campo subacqueo. Solo per citare alcuni esempi i palombari della Marina, sono intervenuti in numerosi interventi volti alla bonifica dei litorali nazionali da residuati bellici, in trattamenti di ossigenoterapia iperbarica per casi di emergenza legati a intossicazione da monossido di carbonio e la collaborazione con l’Istituto di Ricerca ENEA, che ha portato quest’ultimo ad adottare le norme della Marina Militare per condurre le attività subacquee nell’ambito delle spedizioni italiane in Antartide e infine l’intervento in supporto al dispositivo della Sicurezza per il G7”, conclude la Marina.
L’Agenzia Europea per la Difesa (EDA), approfondisce il comunicato, è stata istituita nell’ambito di un’azione comune del Consiglio dei ministri il 12 luglio 2004 “a sostenere gli Stati membri e il Consiglio nel loro sforzo per migliorare le capacità di difesa europee nel settore della gestione delle crisi e per sostenere la sicurezza europea e la politica di difesa come sta ora e si sviluppa in futuro”.
L’Agenzia Europea per la Difesa, nell’ambito della missione generale indicata nella decisione del Consiglio (PESC) 2015/1835 del 12 ottobre 2015, ha tre missioni principali:
- sostenere lo sviluppo delle capacità di difesa e la cooperazione militare tra gli Stati membri dell’Unione Europea;
- stimolare la ricerca e la tecnologia della difesa e rafforzare l’industria europea della difesa;
- agire come un’interfaccia militare alle politiche dell’UE.
La Marina Militare vanta una delle tradizioni subacquee più antiche a livello mondiale. La prima scuola palombari militare nasce infatti a Genova il 25 luglio 1849. Questo strumento non ha mai smesso di evolversi e se nel 1910 i palombari, giunti nell’attuale sede del Varignano, riuscivano a immergersi fino a 61 metri di profondità, agli albori del secondo conflitto mondiale effettuavano già immersioni con apparecchiature pressoresistenti fino a 200 metri.
Con l’epopea dei Mezzi d’Assalto sono stati ideati prodotti, che oggi sono di uso comune, ma che allora erano considerati veri e propri segreti di stato: la muta da sommozzatore, il primo vero autorespiratore subacqueo, le pinne natatorie, la maschera e l’orologio per immersioni.
Gli operatori subacquei di tutte le Forze Armate e Forze di Polizia (EI, AM, CC, PS, GdF) italiane vengono formati dalla Marina Militare attraverso il Raggruppamento Subacquei ed Incursori “Teseo Tesei”, grazie al Decreto Ministeriale del Ministero della Difesa del 25 giugno 1984, istitutivo del brevetto militare da operatore subacqueo.
La Marina Militare, da sempre, è stata leader trainante del settore delle immersioni costituendo uno strumento chiave per la Difesa, la pubblica incolumità, la politica estera, lo sviluppo marittimo e lo sviluppo economico del Paese. Relativamente a quest’ultimo aspetto è doveroso segnalare l’impresa condotta nei dopoguerra dai Palombari militari e civili (quasi tutti ex militari), che in soli 4 anni sono riusciti a riattivare i principali porti italiani consentendo così una rapida ripresa economica del Paese.
La Marina Militare oltre a i compiti istituzionali di Difesa e Sicurezza mette a disposizione della collettività la sua professionalità, il suo personale e i suoi mezzi per attività non solo militari ma anche a servizio della collettività. Il Gruppo Operativo Subacquei di Comsubin è stato impegnato infatti in tutte le più importanti emergenze marittime degli ultimi anni: il naufragio del Costa Concordia all’isola del Giglio, il crollo della torre del porto di Genova e gli affondamenti più drammatici dell’attuale fenomeno migratorio (Lampedusa 2013 e Mediterraneo Centrale 2015-2016).
La Marina, attraverso l’Ufficio Studi del Raggruppamento Subacquei ed Incursori, collabora con le università e l’industria per le fasi di progettazione e realizzazione dei mezzi e promuove numerose iniziative di ricerca scientifica.
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Fonte e foto: Marina Militare