Gen 29, 2011
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Erano santi, eroi, navigatori. Ora sono concorrenti

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By Cybergeppetto

Gli italiani hanno scelto di eccellere in un nuovo campo, quello dei reality show.

Basta con l’esercizio eroico delle virtù, basta con la scoperta di nuovi continenti, basta con le scienze e le arti: gli italiani vogliono stare con i piedi ben piantati nell’era della comunicazione e dell’informazione, soprattutto se audiovisiva.

A frotte accorrono ai cosiddetti “casting”, un nuovo mercato della carne digitale, dove si sfidano all’ultima stupidaggine per mostrare a chi sceglie quali sono i pregi che meritano di arrivare al piccolo schermo e, da lì, diffondersi alla carta stampata, alla radio e a internet.

Per raggiungere lo scopo non lesinano di dire qualsiasi assurdità, magari tentando di farsi pubblicità prima ancora d’incominciare il reality, per far capire che hanno la stoffa del concorrente.

Già, il concorrente. Quell’individuo che non deve leggere durante la trasmissione, per cui è inutile che abbia letto o, peggio, studiato qualcosa; l’importante è che sappia urlare e dire parolacce, fanno audience.

Quell’individuo che non deve avere una moralità, nè specchiata, nè presunta, deve avere delle “contraddizioni”, cioè deve essere uno spirito che gaiamente pendola da un sesso all’altro o, in subordine, deve essere almeno capace d’inscenare qualche presunto atto di libertinaggio a favore di telecamera.

Quell’individuo che non deve avere amici, solo nemici da additare al pubblico, nel corso della trasmissione sarà affetto dalla sindrome di Bruto quando gli va bene, o sarà colpito dalla sorte di Cesare, quando gli andrà male.

Per provare la sindrome di Bruto dovrà mostrare in confessionale di avere una sincerità del tutto falsa per ingannare il pubblico affinchè non lo sbatta fuori.

Quell’individuo che non deve avere una dignità, gli verrà infatti chiesto di fare qualsiasi idiozia che lui eseguirà prontamente e senza discutere, altrimenti la sorte di Cesare lo attende.

Quell’individuo che deve dire e fare cretinate che serviranno a fare delle trasmissioni comiche in cui si riderà di lui, per cui il pubblico lo compatirà, forse fino a votarlo.

Queste sono caratteristiche che non tutti hanno, bisogna fare in modo di far capire quanto si è bravi a bucare il video, bisogna amalgamare bene il meretricio e la maldicenza, l’incapacità e l’invidia, la nullità e l’ego.

Ma la cosa che più serve è mettere insieme tutta la stupidità e la presunzione possibili, i due veri pilastri della repubblica digitale.

Stiano lontani quegli italiani che, tapini, vanno a lavorare e mantengono le loro famiglie, gli studiosi che sciolgono gli arcani e i geni che inventano il futuro: non sono e non saranno mai telegenici.

La repubblica delle mutande mediatiche ha bisogno di persone nuove che, per la verità, accorrono a frotte a sputtanarsi in tutta fretta per mostrare all’opinione pubblica che esiste una via al successo che non sia lastricata di sudore e sacrifico, cose ormai spregevoli.

Cybergeppetto

p.s. La voce dietro il vetro ordina: “Faccia finta di stare in confessionale, si lamenti di qualcuno degli altri abitanti della casa”. “Non sopporto il Mario, cerca sempre di darmi dei consigli, di aiutarmi, si vede che lo fà per mettermi in cattiva luce, ieri ha persino tentato di spiegarmi come funziona la lavatrice: non lo sa che esistono le lavanderie?”.

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Foto: casting GF da Grande Fratello 2010.it

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Inchiostro antipatico