Giu 11, 2017
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Scuola di Applicazione: lo storico Gianni Oliva sottolinea “l’esigenza di raccontare la storia con obiettività”

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Combattimento e combattenti nella storia militare italiana sono i temi affrontati dallo storico del Novecento Gianni Oliva alla Scuola di Applicazione dell’Esercito nell’incontro cui hanno preso parte gli ufficiali frequentatori dell’Istituto, un plotone della Scuola Allievi Carabinieri di Torino e numerosi ospiti esterni.

È la stessa Scuola di Applicazione a darne notizia con un comunicato stampa del 9 giugno.

Il Comandante della Scuola, generale Claudio Berto, ha tratteggiato la specificità dei protagonisti dei principali conflitti della storia più recente soffermandosi sugli aspetti psicologici che connotano chi combatte, argomento quest’ultimo oggetto di studi non sempre noti come quelli di Agostino Gemelli sui soldati italiani nella Grande Guerra.

Il generale Carlo Cabigiosu, già Capo di stato maggiore delle Forze Alleate del Sud Europa, riferendosi ai soldati delle forze speciali ha sottolineato come “le gesta di pochi audaci riescano spesso a valorizzare l’azione delle masse”.

“Nonostante la filmografia italiana abbia talvolta offuscato il valore dei nostri uomini – ha proseguito Cabigiosu – nella nostra storia sono innumerevoli gli episodi di coraggio ed eroismo che meritano di essere riscoperti”.

Gianni Oliva, autore del saggio “Combattere. Dagli arditi ai marò storia dei corpi speciali italiani” recentemente pubblicato da Mondadori, ha sottolineato l’esigenza di raccontare la storia con obiettività, riportando alla luce episodi e reparti sui quali, per varie ragioni, è ingiustamente calata una cortina di silenzio.

Esempio emblematico in questo senso è quello degli Arditi della Prima Guerra Mondiale, ricorda il comunicato.

“L’eccezionale addestramento fisico e militare, la forte motivazione e lo straordinario spirito di corpo hanno permesso agli Arditi di compiere gesta ingiustamente cadute nell’oblio o divenute appannaggio della propaganda politica”.

Veri e propri antesignani delle moderne forze speciali, “gli Arditi del Regio Esercito agirono con ammirevole audacia nel logorante contesto della guerra di posizione, catalizzando l’entusiasmo degli altri soldati e l’orgoglio patriottico dell’opinione pubblica”.

La peculiarità dei combattenti delle forze di élite, tra di essi i paracadutisti della Folgore, gli incursori della Marina Militare e tanti altri, risiedono in non comuni doti di onore e lealtà dimostrate anche nei confronti del nemico.

“Virtù che sono al di sopra delle scelte politiche del momento, dei tentativi di strumentalizzazione ideologica – ha concluso Oliva – e che come tali meritano di essere collocati in un’idonea posizione della memoria collettiva”.

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Fonte e foto: Comando per la Formazione e Scuola di Applicazione dell’Esercito

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Forze Armate