300 marine mettono base in Norvegia, a un passo dalla Russia – (Paola Casoli)
Da gennaio in 300 saranno stanziati a 1.500 km dalla Russia: un piccolo contingente su base rotazionale semestrale
Qui non sai mai se i bagliori della notte siano più ufo o più missili russi. Poi finisce sempre che è un assaggio di aurora boreale, ma intanto si gioca d’anticipo nel cuore della Norvegia: da gennaio quassù, intorno al 63° parallelo, ci verranno i marine americani.
Una nuova Iwo Jima? No, sembra di no. Per ora si parla di 300 – degli attuali 182.000 operativi “semper fidelis” – attesi nella base militare di Værnes, alle porte di Trondheim, a 1.400 chilometri da Hammerfest, la città più a nord del mondo a detta dei norvegesi. Questo secondo il quotidiano locale Adressa, che il 10 ottobre scorso ha riportato le parole del ministro della Difesa norvegese Ine Eriksen Søreide in conferenza ai primi di ottobre con il Segretario della Difesa americano Ashton Carter a Oslo: una piccola forza su base rotazionale semestrale ma niente di permanente, insomma.
Il governo norvegese ci sta comunque ancora lavorando, come ha poi spiegato l’americana CNN, che ha chiesto al generale Niel E. Nelson, comandante delle US Marine Forces in Europa e in Africa, se davvero la Norvegia costituisca il nuovo fronte, visti i venti da guerra fredda che stanno tirando qui in giro.
«Una limitata presenza – ha spiegato il comandante americano – potrebbe certamente rafforzare il già solido legame [degli Stati Uniti] con la Norvegia e la capacità di lavorare insieme».
Un momento, penserai, ma la Norvegia è membro Nato dal 1949, ovvero fin dalla nascita dell’Alleanza Atlantica. Infatti, eccoci al punto: «Se approvata dal governo norvegese, la presenza dei marine in Norvegia aumenterà la capacità della Nato di aggregare e impiegare forze in nord Europa con estrema rapidità», chiarisce il top brass. E ti fa venire in mente che Putin è dietro l’angolo, visto che la Norvegia condivide duecento chilometri di frontiera con la Russia, su nel Finnmark.
La mossa di portare i marine nel paese dei troll e degli elfi è solo uno degli ultimi provvedimenti attuati per incrementare la collaborazione con gli alleati europei con l’obiettivo di una maggiore stabilità nell’area.
L’online statunitense Military.com, che fa capo a una organizzazione di militari e veterani, oltre che di famiglie militari e Guardia Nazionale, ricorda in proposito il recente programma Allied Maritime Basing Initiative, che prevede il dispiegamento di piccoli contingenti di marine americani anche a bordo di navi francesi, olandesi e spagnole, il tutto per far fronte con rapidità a eventuali crisi e per “rassicurare i partner a fronte dell’ostilità russa nell’est Europa”.
I marine, comunque, non sono nuovi nel regno vichingo: lo scorso mese di febbraio hanno preso nuovamente parte alla principale esercitazione invernale delle Forze Norvegesi, la Cold Response 2016, tra le nevi della contea di Trøndelag. Era già successo negli anni precedenti.
Ai liberali, centristi, socialisti, democratici cristiani e sinistra norvegese l’idea di un contingente di marine di stanza in Norvegia non piace, ma è anche vero che i sudditi di re Harald V sono i più grandi contributori della difesa secondo l’Istituto Demoskopika: con 1.870 euro a testa all’anno, i norvegesi sono quelli che più ci tengono alla loro difesa rispetto a tutti gli altri cittadini europei. Qui, sappilo, le ragazze sono anche nelle forze speciali.
Se tutto sarà confermato, dunque, i marine arriveranno a Værnes tra due mesetti. Vale a dire in pieno inverno. Quando cioè le fiamme dell’aurora boreale sfavilleranno indifferentemente per turisti e per orsi, pardon, per l’orso russo, se passerà da queste parti.
Se sei un appassionato di ufologia, infine, vale la pena ricordarti che a meno di un centinaio di chilometri in linea d’aria da Trondheim, verso sud, compaiono da oltre due decenni le misteriose luci di Hessdalen: ufo, esperimenti di missili russi o chissà che cosa. Ma intanto, dopo periodi di 20 segnalazioni a settimana, ci sono scienziati al lavoro sul terreno e webcam sempre puntate sulla valle degli avvistamenti, proprio alle spalle della futura base dei marine, a 1.500 chilometri dalla Russia.
(Ph Cr: U.S. Marine Corps photo by Cpl. Dalton A. Precht/released: iwojima.com; Forsvaret)
Fonte: GQ Italia