Il ministero della Difesa italiano ha messo a disposizione, l’11 gennaio scorso, i propri assetti interforze che, coordinati dallo stato maggiore della Difesa, per il tramite del Comando Operativo di Vertice interforze (COI), hanno condotto con successo il trasporto di 15 cittadini libici rimasti gravemente feriti nell’attacco terroristico compiuto lo scorso 7 gennaio contro il centro addestrativo della polizia costiera libica.
Nel dispositivo militare protagonista dell’operazione, fa sapere la stessa Difesa, erano comprese anche unità delle Forze Speciali per la sicurezza e mezzi aerei per la sorveglianza.
Il velivolo, partito all’alba dall’aeroporto di Pratica di Mare, è atterrato all’aeroporto di Misurata dove un team sanitario militare interforze italiano ha provveduto all’imbarco dei feriti a bordo dell’aereo, che è ripartito per l’Italia.
La ricezione e l’assistenza sanitaria a bordo è stata garantita da una équipe interforze di 14 medici, infermieri specializzati e assistenti di sanità tutti provenienti dal Policlinico Militare del Celio di Roma.
I feriti sono giunti in Italia nel pomeriggio dell’11 dicembre a bordo di un C-130J dell’Aeronautica Militare – allestito per il trasporto sanitario – che insieme ad altri assetti messi a disposizione dalla Difesa hanno consentito di realizzare l’operazione.
La richiesta d’aiuto per le cure dei feriti gravi è giunta dal Consiglio di Presidenza libico al Governo Italiano. È stato così deciso l’intervento umanitario che è consistito, appunto, nel trasporto di 15 libici da Misurata a Roma per il ricovero nel policlinico militare Celio.
Per quanto attiene alle condizioni dei 15 feriti, i due più gravi sono stati ricoverati in rianimazione e i restanti, che hanno subito vari traumi e sono stati già trattati dai sanitari libici, sono stati ricoverati presso altri reparti del Policlinico Militare del Celio. Nessuno dei feriti è in prognosi riservata.
Successivamente potranno essere assegnati ad altre strutture sanitarie specializzate in Italia.
All’intervento di emergenza, oltre al ministero della Difesa, hanno contribuito i ministeri degli Affari Esteri, dell’Interno e della Salute e le competenti autorità libiche – e “si è svolto ponendo in essere tutte le predisposizioni necessarie ad assicurare l’incolumità del personale impiegato e sotto il coordinamento della Presidenza del Consiglio”, si apprende dal sito istituzionale della Difesa che sottolinea l’aspetto solidaristico dell’intervento e “di attenzione dell’Italia nei confronti del popolo libico in una fase particolarmente delicata dell’attuale processo di stabilizzazione del Paese”.
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Fonte e foto: difesa.it