Viene presentato oggi, 18 novembre, alle 10.30, nella Biblioteca militare centrale di Palazzo Esercito a Roma, in Via XX settembre, 123/A, il CalendEsercito 2016, tradizionale calendario dell’Esercito dedicato agli Italiani, “un popolo protagonista che, nella Grande Guerra, ha trovato la propria unità” come sottolinea la stessa Forza Armata.
Ed è lo stesso Esercito a spiegare dal suo sito istituzionale che “le radici del CalendEsercito risalgono al 1850 quando un Tamburino di Compagnia della Guardia Nazionale di Torino inviò ad amici e colleghi, per consuetudine e uso di quei tempi, un biglietto di auguri stampato in occasione delle festività natalizie. Da tale tradizione si dice che prendessero vita non tanto le cartoline cosiddette “reggimentali”, quanto i calendari in uso fra i Reparti dell’Esercito.”
Una pubblicazione, dunque, che affonda le proprie radici ben 165 anni fa e che grazie a quel Tamburino diede il via, sistematicamente a partire dal 1890, alle pubblicazioni di calendari a soggetto esclusivamente patriottico e storico-militare.
Tuttavia, si apprende dal sito dell’Esercito, i primissimi calendari militari, considerati tali per veste tipografica e contenuto, risalgono al 1910 con riferimento al 5° e 6° reggimento Artiglieria da campagna.
Fu durante la Prima Guerra Mondiale che la produzione subì una prima interruzione fino a quando non raggiunse nuovamente grande diffusione negli anni Trenta. “In quel periodo non vi era Arma, Corpo, Reggimento, Istituto od Ente militare che non pubblicasse un proprio calendario, al fine di rappresentare episodi di valore individuale e collettivo, ritratti di Comandanti, mezzi in dotazione e battaglie”, si legge nella sezione dedicata alla storia del calendario dell’Esercito.
Molto originale ai nostri occhi di contemporanei il piccolo formato iniziale in cui si presentava il calendario, tuttavia tipograficamente ben curato, con copertina a colori, storia del rispettivo reggimento o dell’Arma o del Corpo e mesi dell’anno.
Le pagine, in principio riunite tra loro da fili d’oro o argento, vennero sostituite, verso il 1920 da cordoncini colorati e successivamente da un nastro di colore unico. Il 1930 fu l’anno dei cordoni con fiocco del colore distintivo reggimentale, prevedibilmente da ricollegarsi ai cordoni delle trombe di Corpo.
Anche la Seconda Guerra Mondiale dettò uno stop alle pubblicazioni, tanto che risulta disponibile una sola copia di un calendario risalente al 1941 ed edita da uno dei Gruppi Artiglieria della Divisione Paracadutisti, si legge dal sito dell’Esercito.
Il 1950 segnò una accresciuta diffusione del calendario, soprattutto nei reggimenti di Cavalleria e d’Artiglieria. Nel 1997, infine, lo Stato Maggiore dell’Esercito, in considerazione del progressivo ridimensionamento dello strumento militare e dell’esigenza di conferire una immagine di coesione e identificazione con l’Istituzione, ha disposto la realizzazione di un solo calendario di Forza Armata: il CalendEsercito.
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Fonte e foto: Esercito Italiano