Set 15, 2014
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UNUCI Monterosi commemora il sacrificio del sottotenente Rosso e dei suoi Genieri e Cavalleggeri: nel ’43 a Roma fermò il Kampfgruppe Grosser della 3° divisione Panzergrenadier

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Ieri mattina, 14 settembre, a Monterosi, Viterbo, è stato ricordato il Sacrificio del sottotentente Ettore Rosso e dei suoi Genieri e Cavalleggeri.

Alla cerimonia hanno presenziato, come ogni anno, le autorità militari e civili, la Presidenza Nazionale Anget e la Sezione UNUCI, fondata a Monterosi e ancor guidata dal generale Luciano Antonio Canu.

“Ettore Rosso nacque nel 1920 a Montechino di Gropparello, in provincia di Piacenza.

Allo scoppio della guerra era uno studente del Politecnico di Milano, ma subito si arruolò volontario e venne destinato al 3° reggimento Genio. Da lì passò in Slovenia con il grado di sergente nel IV battaglione telegrafisti con compiti di presidio.

Dopo aver brillantemente frequentato il Corso per ufficiali di complemento del Genio, fu nominato sottotenente e inviato al CXXXIV battaglione misto genio della divisione di cavalleria corazzata Ariete, allora in fase di costituzione.

L’Ariete faceva parte del Corpo d’Armata Motocorazzato (CAM) insieme alla divisione corazzata Centauro, alla divisione motorizzata Piave e alla divisione Granatieri di Sardegna. Il CAM era una delle due grandi unità destinate alla difesa di Roma nella tarda estate del ‘43. Al momento dell’annuncio dell’armistizio, la divisione Ariete si trovava nella zona nord di Roma, lungo la direttrice della 3° divisione Panzergrenadier che stava scendendo verso Roma dalla zona del lago di Bolsena.

Il Comando della Ariete aveva imperniato la propria difesa su tre capisaldi, due lungo la via Claudia, Manziana e Bracciano, e uno sulla via Cassia a Monterosi. Fu proprio su questo ultimo caposaldo che, attorno alle 4 del mattino del 9 settembre, arrivò il Kampfgruppe Grosser della 3° divisione Panzergrenadier, forte di una trentina di carri armati e di due battaglioni di fanteria motorizzati.

Quando la testa della colonna tedesca giunse sul luogo dove il sottotenente Rosso e i suoi genieri stavano posando delle mine, il giovane ufficiale italiano fece mettere i suoi due autocarri di traverso alla Cassia. Il Comandante dell’avanguardia tedesca ordinò agli italiani di liberare immediatamente la carreggiata, ma Rosso respinse l’intimazione e, fatti allontanare i suoi uomini, tranne quattro volontari, i genieri scelti Pietro Colombo, Gino Obici, Gelindo Trombini e Augusto Zaccanti, diede fuoco alle micce degli autocarri carichi di esplosivi mentre i tedeschi si avvicinavano.

L’esplosione fu tremenda, perirono Ettore Rosso e i suoi quattro eroici sottoposti e alcuni tedeschi, tra cui il Comandante dell’unità germanica. I Panzergrenadieren ripiegarono per riorganizzarsi e riprendersi dallo choc di questa incredibile azione italiana, ben diversa dal comportamento di quelle ore della gran parte dei militari del Regio Esercito. Quando il Kampfgruppe Grosser riprese la sua avanzata verso Roma, il caposaldo di Monterosi era pronto a riceverli.

Il reggimento Cavalleggeri di Lucca e il III Gruppo del 135° reggimento Artiglieria su pezzi da 149/19 respinsero le unità germaniche che non furono più in grado di attaccare per il resto della giornata.

Tra gli italiani si lamentò la perdita di 20 uomini e 4 carri armati, oltre a una cinquantina di feriti, tra i tedeschi le perdite furono similari con qualche mezzo blindato in più andato in fiamme. Se si considerasse che alla stessa ora, circa le 8 del mattino, nel settore sud di Roma la divisione Granatieri di Sardegna ancora teneva bene contro i ripetuti assalti dei parà tedeschi della 2° divisione Fallschirmjäger, allora si potrebbe affermare che sarebbe bastato avere una parvenza di Stato Maggiore dell’Esercito per organizzare i reparti, evitare lo sbandamento e ottenere una vittoria, certamente non risolutiva, che avrebbe dato lustro e onore all’Italia agli occhi degli Alleati. Ben altro significato, allora, avrebbero assunto le ben 12 Medaglie d’Oro al Valor Militare concesse a eroici e sfortunati soldati e ufficiali italiani. Valga anche per tutte le altre (e anche per chi, ignorato, cadde adempiendo il proprio dovere) la motivazione della Medaglia d’Oro al Valor Militare di Rosso Ettore, Sottotenente di Complemento del CXXXIV Battaglione misto genio della Divisione Corazzata Ariete”.

Fonte e foto: Claudio Mantovani – ex Aiutante di Campo del gen Canu/UNUCI Monterosi

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Forze Armate