Cap 1 della tesi “La regione del Grande Mar Nero a cavallo tra Europa e Asia; focus sulle interrelazioni con la Bulgaria” (Anna Miykova)
La regione del “Grande Mar Nero”. Pontos Euxeinos o Kara Deniz: origine e caratteristiche geografiche
All’epoca dell’illustre poeta greco Omero si riteneva che il Mar Nero fosse un bacino d’acqua semichiuso e connesso al Mar Mediterraneo. Negli ultimi decenni dell’VIII sec. a.C., quando i Greci si misero alla ricerca di commerci e di nuove terre da popolare, attraversando il Bosforo giunsero nel Mar Nero. In seguito navigarono in due direzioni: a nord – dove scoprirono le foci dei fiumi Istros (Danubio), Tiras (Dn’estr) e Boristen (Dn’epr), a est – sulle coste dell’Asia Minore e da lì sulle coste del Caucaso dove nell’immaginario comune si riteneva finisse il mondo (il Prometeo di Eschilo è incatenato “alla fine della Terra” – tra i monti caucasici). Secondo gli antichi Greci, dal Caucaso in poi iniziava un mondo popolato da esseri fantastici, e durante i loro lunghi viaggi furono proprio gli Elleni a scoprire la penisola di Crimea e il Mar d’Azov.
La prima impressione che essi ebbero del Mar Nero non fu positiva. Rispetto al Mar Egeo, esso appariva ai loro occhi impetuoso, freddo, non possedeva isole e sulle sue coste abitavano popoli selvaggi e sconosciuti; per questo motivo fu denominato Axeinos (Πόντος ʾΆξεινος), ovvero mare inospitale. Pontos Axeinos è con molta probabilità il più antico nome del Mar Nero. Alcuni secoli più tardi, dopo aver costruito colonie sulle sue coste e avendo assunto più familiarità con esso, lo rinominarono Pontos Euxeinos, ovvero ospitale. La denominazione moderna, tuttavia, è giunta in Europa tramite la lingua turca: in turco il Mar Nero porta il nome di ‘Kara Deniz’ (mare nero) da cui lo stesso nome bulgaro Cherno More.
Il Mar Nero ha un’origine relativamente recente. Secondo una teoria avanzata negli anni ‘90, in un’epoca posteriore alla glaciazione sarebbe avvenuta una inondazione che sommerse le coste originarie del mar Nero (l’ipotesi dell’inondazione preistorica del Mar Nero fu avanzata nel 1996 da due geologi della Columbia University: William Ryan e Walter Pitman. L’analisi dei sedimenti del Mar Nero nel 2004 da parte di un gruppo di ricerca paneuropeo Assemblage – Noah Project ha confermato la conclusione dei due studiosi).
Pare infatti che, attorno al 5600 a.C., il Mar Nero fosse isolato dal resto del Mar Mediterraneo; si trattava di un bacino di acqua dolce – probabilmente un lago – e si riteneva che il suo livello si attestasse sui 100 metri al di sotto di quello dei mari salati del pianeta.
Appare del tutto logico pensare che sulle sponde di un lago d’acqua dolce così vasto, siano fiorite diverse comunità protostoriche. Circa 7000 anni fa, sarebbe però ceduta la diga naturale in corrispondenza dell’attuale Bosforo, che isolava il Mar Nero dal Mar Mediterraneo: un’immensa cascata durata un anno si sarebbe riversata nel lago, il cui livello si sarebbe sollevato con estrema rapidità, sommergendo tutti gli abitati umani. I loro occupanti sarebbero fuggiti disperatamente per disperdersi poi nella valle del Danubio ed in quella del Tigri e dell’Eufrate.
Il Mar Nero ha oggi forma ellittica ed è al centro di una regione che è situata a cavallo tra l’Europa sud-orientale e l’Asia minore. E’ connesso al Mar d’Azov attraverso lo stretto di Kerch, mentre il suo collegamento con le acque aperte del mar Mediterraneo – per il tramite del Mar Egeo – avviene attraverso lo stretto del Bosforo, il Mar di Marmara e quindi lo stretto dei Dardanelli (oggi i due stretti vengono comunemente chiamati “Stretti Turchi”).
Ha una superficie di circa 436.400 km² (escluso il Mar d’Azov) e una percentuale di salinità pari a circa 17‰. In profondità, oltre i 150 m, questo valore aumenta drasticamente. La differente stratificazione della salinità è dovuta all’immissione di acque dolci dei maggiori fiumi europei – Don, Dn’epr, Dn’estr, Danubio – nel suo bacino. Di conseguenza, una minore salinità viene riscontrata fino ai 150-180 metri. Il punto più profondo del mare si trova a 2212m. Le sue coste sono poco frastagliate e quelle maggiormente marcate da insenature si trovano a nord, dove l’unica grande penisola è quella di Crimea (Ucraina).
Una particolare caratteristica delle acque del Mar Nero è la forte presenza di solfato di idrogeno pari a 11 – 14 ml/l che si concentra a partire da una profondità di 120 – 150m dal fondale marino fino al fondo del mare; queste condizioni sono risultate proibitive per la vita di qualsiasi essere vivente al di sotto di questo limite ad eccezione di alcuni batteri anaerobici. Ad una profondità tra 100 e 200 m del Mar Nero non vi è quasi più rimescolamento delle acque. La differenza tra la salinità dell’acqua in superficie e quella degli strati più profondi è un elemento permanente e caratterizzante delle sue acque. Questo fa sì che il 90% del volume d’acqua sia del tutto privo di ossigeno.
Di conseguenza, la vita marina è del tutto assente, e i prodotti dell’uomo, non soggetti all’usuale processo di arrugginimento e di marcescenza, si preservano per secoli. Solo pochi anni fa, ad esempio, dei robot subacquei localizzarono una nave bizantina posata sul fondo, praticamente intatta. Ciò potrebbe sembrare una nota di folclore, se non fosse una garanzia che condotte subacquee, posate sul fondo nella parte profonda del mar Nero, possono durare molto più a lungo, e/o potrebbero essere fatte di materiali meno costosi. Il carattere anossico del Mar Nero lo rende un unicum sulla terra, fatto peraltro dovuto al debole contatto con le acque del mare aperto. Il Bosforo e i Dardanelli sono infatti stretti poco profondi e non permettono un ricambio completo delle acque.
Anna Miykova
Seguirà Cenni storici
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