Da “convinto assertore e appassionato cultore dello stile militare”, quale lui stesso si definisce nella circolare del 6 agosto 1963, il generale Alberto Mosca, già comandante del Comiliter, Comando territoriale militare di Padova, non poteva tollerare le iniziative di carattere privato e i “malvezzi” che scaturivano dall’affermarsi di eccezioni alle norme che non avevano fondamento “né nella necessità né nella logica”.
Ecco allora in queste due circolari del 2 e del 6 agosto 1963 la sua stigmatizzazione di tutto ciò che non è non soltanto conforme alla regola, ma neppure necessario al buon funzionamento dell’ambiente militare.
Un rispetto delle regole, avverte tuttavia il generale Mosca, che non deve assolutamente scaturire nel servilismo e negli eccessi che fanno tanto “macchietta militare”. Sobrietà, insomma, e tanto buon senso, nel rispetto reciproco prima che nell’osservanza del regolamento.
Come al solito, e come già rilevato dalle precedenti circolari pubblicate, il generale Mosca tratteggiava con verve nelle sue “personali” elementi ancora oggi di grande attualità che, se rapportati a dimensioni più vaste di una caserma o anche di un solo comando, ci danno la misura di quanto sia potenzialmente dannoso disattendere alla norma se rapportato su grande scala.
Ma il generale Mosca stavolta fa di più. Nell’intento di dare maggior chiarezza a quanto affermato di suo pugno, e per combattere la trascuratezza a partire dall’ambito linguistico, aggiunge una lettura estiva alla circolare del 6 agosto tratta dal settimanale Epoca: un pubblicazione della rubrica Come si parla, come si scrive di Aldo Gabrielli!
Per continuare a leggere le circolari nella loro completezza, con l’articolo di Aldo Gabrielli da Epoca, clic qui:
Il carteggio del generale Alberto Mosca in Paola Casoli il Blog
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