Sono sempre più frequenti i ritrovamenti di materiale esplosivo nella zona ovest dell’Afghanistan, l’area di responsabilità italiana nell’ambito della missione ISAF. Si tratta di un segnale minaccioso e inequivocabile della volontà dei ribelli di destabilizzare un’area in cui, per effetto della transition in atto, le capacità effettive delle forze di sicurezza afgane sono in continua crescita numerica e professionale.
Negli ultimi giorni un’operazione congiunta di controllo del territorio tra i militari italiani della Transition Support Unit-Center (TSU-C) e le forze di sicurezza afgane si è conclusa con il ritrovamento di un deposito illegale di munizioni a circa 6 chilometri da Shindand.
L’attività, condotta da una compagnia del 7° reggimento alpini di concerto con assetti specialistici del 2° reggimento genio in supporto a un’unità della Afghan Traffic Police (ATP, la polizia stradale afgana), ha reso possibile il rinvenimento di 22 bombe da mortaio di varia tipologia e 5 granate di artiglieria.
Non più tardi del 10 maggio scorso, gli ufficiali della pubblica informazione del Regional Command-West (RC-W) di ISAF a Herat, su base brigata alpina Julia al comando del generale Ignazio Gamba, avevano dato notizia del ritrovamento di un potente ordigno esplosivo improvvisato (IED) durante una operazione di controllo condotta dalla compagnia del 6° reggimento bersaglieri in forza alla Transition Support Unit South (TSC-S), di stanza a Farah, di concerto con specialisti del 2° reggimento genio e di un’analoga unità statunitense che, acquisite informazioni su una possibile attività sospetta a opera di alcuni ribelli, sono intervenuti per scongiurarlo.
In quell’occasione, dopo aver assicurato un perimetro di sicurezza idoneo a evitare il coinvolgimento di eventuali civili, gli artificieri del 2° reggimento genio di Trento avevano provveduto al disinnesco della carica principale e delle altre cariche secondarie disposte nelle vicinanze della prima, destinate a colpire anche gli eventuali soccorritori delle vittime della prima esplosione.
Quasi simultaneamente, un’unità dell’esercito afgano era stata impegnata nella neutralizzazione di un ulteriore ordigno esplosivo ritrovato nell’area di Adraskan, un distretto sotto la responsabilità della TSU-C, che, su base 7° reggimento alpini, è agli ordini del colonnello Stefano Mega.
La TSU-C, attualmente su base 7° reggimento alpini di Belluno e comandata dal colonnello Mega, è l’unità di manovra del contingente militare italiano di stanza nell’ovest dell’Afghanistan che, di concerto con la TSU-S, attualmente su base 8° reggimento alpini di Cividale del Friuli agli ordini del colonnello Michele Merola, assiste e supporta le forze di sicurezza afgane (esercito e polizia) nel controllo della provincia di Herat nell’ambito del processo di transizione.
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Fonte: RC-W ISAF
Foto: RC-W ISAF