By Cybergeppetto
Nella farsa dei marò abbiamo capito che il ministro degli Esteri non era d’accordo a rispedire in India i nostri militari, per questo si è dimesso. Il ministro della Difesa ha fatto capire, nel corso di un discorso molto nobile, ma poco chiaro, che non era d’accordo, ma non vuole “abbandonare la nave”.
Come sempre quando si parla dell’applicazione cattocomunista della costituzione di Togliatti, dietro il termine collegialità non si capisce mai chi si cela e di chi è la responsabilità dello sconcio al quale assistiamo.
Giusto per capirci, il ministro dello Sviluppo economico, forse interessato agli affari non proprio cristallini di FINMECCANICA, era d’accordo?
Il ministro della Giustizia, che dovrebbe tutelare il principio del rispetto del giudice naturale, cioè quello militare nel caso di specie, era d’accordo?
Il ministro della Cooperazione internazionale e integrazione, al quale non dovrebbe sfuggire l’importanza della lotta alla pirateria da parte degli organismi internazionali (ONU, UE, NATO) in una regione del mondo in cui molte popolazioni sono allo stremo, era d’accordo?
Colui che dovesse avere, chissà chi è, la delega alla Marina Mercantile, era d’accordo?
Il Presidente del Consiglio, era d’accordo? Oggi dovremmo saperlo perché riferirà al parlamento.
Il fatto è che se non si introduce in costituzione il concetto di responsabilità abbinandolo a un nome e cognome, continueremo, da una parte, ad assistere all’inutile declamazione di nobili sentimenti personali di ministri ormai indifendibili e, dall’altra, a fare concorrenza ai peracottai del Bengala.
Cybergeppetto
p.s. “Papà, cos’è la collegialità?”. “E’ la foglia di fico di chi non vuole dire di aver fatto una cazzata…”