Un delicato compito di bonifica condotto dagli sminatori italiani dell’Engineer Battalion, su base 6° reggimento genio pionieri di Roma, che operano da dicembre 2009 in una zona di bonifica ad alto rischio, come certifica il documento di registrazione consegnato al comando Unifil dagli israeliani che minarono l’area negli anni Ottanta.
Questa bonifica dell’ultimo tratto di un campo minato lungo la Blue Line nel sud del Libano, in un’area dove sono presenti fino a 451 mine in 600 metri quadri secondo quanto testimoniato dallo stesso documento fornito dagli israeliani, ha permesso l’apertura di un varco a circa due chilometri a sud della cittadina di Yaroun per il posizionamento dei Blue Border Pillars dell’Onu secondo il dettato della risoluzione 1701.
L’operazione ha richiesto la creazione di una strada di 600 metri e il ripristino della viabilità dell’area, sia per incrementare la sicurezza di movimento che per consentire l’eventuale sgombero di feriti.
Il lavoro di bonifica è stato infatti particolarmente delicato a causa del lungo tempo di giacenza degli ordigni nel terreno, rimasti esposti a intemperie e smottamenti per oltre vent’anni.
I militari italiani – “per la prima volta dall’ultimo conflitto mondiale incaricati di questa attività di bonifica operativa denominata Mine Clearance”, fa sapere un comunicato del Sector West di Unifil su base brigata aeromobile Friuli – hanno condotto l’operazione “con la consapevolezza del costante pericolo di presenza di mine”.
Nel corso dell’attività sono state rinvenute e distrutte otto mine antiuomo A4 di fabbricazione israeliana.
Alla cerimonia del taglio dell’ultimo filo spinato del campo minato erano presenti il comandante del Sector West di Unifil generale di brigata Luigi Francavilla, il comandante del battaglione genio tenente colonnello Carlo Di Pasquale e il responsabile del sito tenente Gaetano Argentiero (nella foto).
Fonte: Sector West Unifil
Foto: Sector West Unifil