Tutto è partito da due ordini disattesi, entrambi in virtù di interessi privati.
Senza metterla sul personale, ma davvero non si può evitare un parallelo tra due casi esemplificativi del disordine di valori in cui annaspa l’Italia: da una parte il comandante della petroliera Enrica Lexie, che ha disatteso l’ordine della sala operativa della Marina Militare Italiana a restare in acque internazionali, dirigendosi direttamente verso il porto indiano di Kochi come richiesto dall’armatore Fratelli D’Amato su pressione dell’autorità indiana. Dall’altra il presidente del Genoa, che non ha voluto cogliere la contrarietà del questore del capoluogo ligure alla consegna delle maglie dei calciatori e ha, anzi, acconsentito alle richieste degli ultrà.
Nel frattempo, gli interessi in India di una parte economica dell’Italia sono salvi. Gli abbonamenti alle partite delle tifoserie ultrà anche.
Poco importa se l’Italia ha calato le braghe ed è rimasta in canottiera di fronte alle telecamere di tutto il mondo. Poco importa se vi sono mogli e figli italiani che non possono pagare la bolletta della luce perché il loro congiunto è detenuto illegalmente in India: tanto noi ci siamo già lavati la coscienza con la donazione di 145mila euro, intesa firmata oggi 24 aprile, alla moglie e ai figli di ciascuno dei due pescatori indiani. Un atto di generosità, lo ha detto il ministro della Difesa Giampaolo Di Paola che ha parlato di rispetto per la vita umana. Sì, ma quale?
L’impressione confusa che ne deriva è che in Italia tutto, nel suo insieme, risulti alla fine passabile, tutto sia accettabile. Il ricatto come la disobbedienza. L’Italia comme il va, scriverebbe oggi Voltaire.
Sarebbe da chiedersi quanti si sentano sul serio rappresentati da queste iniziative, quanti italiani si riconoscano in questi atteggiamenti di diniego e fuga dalla responsabilità.
In rispetto a chi non si riconosce in queste categorie, e questo sì che è dovuto, si tratta di dire una volta per tutte se l’Italia di oggi scelga la strada della frustrazione o quella della presa di posizione. E’ giunto il tempo di decidere senza più aspettare, perché non sempre il tempo cancella e cura le ferite. Certe cicatrici non guariscono e ogni tanto fanno male, tornando a far parlare di sé e della loro origine.
Intanto rimangono nella cronaca, e rimarranno nella storia, questi due fatti gravissimi che minacciano di essere una pericolosa ipoteca sulla già debole credibilità dell’Italia, disposta a offrire il fianco alla prima avvisaglia di pericolo e concedere donazioni, in euro, e simboli identificativi, in magliette e uniformi, alla prima avvisaglia di prepotenza.
E’ la testimonianza dell’abisso di valori, ma soprattutto della confusione comportamentale, in cui versano oggi più che mai l’Italia e gli italiani. Confermando ancora una volta che sono sempre i soldi a far ballare l’orso e a far piegare la testa. Con una perplessità tutta contemporanea: quali soldi?
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Foto da La Stampa e Marina Militare Italiana