Gen 3, 2012
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Al voto da sole, senza bisogno di un uomo al fianco (ma solo dal 2015). Un piccolissimo passo verso le riforme per le donne saudite

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Non possono guidare, lavorare, viaggiare, studiare all’estero, sposarsi, divorziare o anche solo essere accettate in ospedale per le cure. Figuriamoci quando si tratta di andare al voto.

Le donne dell’Arabia Saudita ancora non possono fare tutto questo da sole. Hanno sempre bisogno di un garante maschile al loro fianco, che dia loro il permesso di fare praticamente tutto.

E’ un articolo dell’Huffington Post a ricordarci quello che ancora la popolazione saudita di sesso femminile da sola, in completa autonomia, non può fare. Ma qualcosa, si legge, sta lentamente cambiando.

Quello del suffragio femminile è veramente un piccolo passo verso minori restrizioni nei confronti delle donne saudite. Anche perché se ne parlerà realmente dal 2015 in poi, lasciando invariate tutte le altre restrizioni.

Del resto il paese è ispirato da una corrente ultraconservatrice dell’Islam, il Wahabismo. Ma il re saudita Abdullah ha voluto dare un’apertura, almeno per il voto.

Ci si aspetta ora che la decisione apra un dibattito, assicura la professoressa Hatoun al-Fasi, storica della condizione femminile di Riyadh,  considerati l’estemporaneità della decisione e il potere consultivo esclusivamente maschile della potente Shura saudita.

Contro la sconvenienza delle leggi restrittive si è pronunciata la femminista saudita Wajeha al-Hawidar, che ha affermato:  “Queste leggi rendono la donna simile a un bambino in tutti gli aspetti della sua vita: la donna non viene trattata alla stregua di un adulto con un cervello pienamente sviluppato”.

Fonte: Huffington Post

Foto: AP/Huffington Post

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