By Mithra
Nell’ambito del programma di riarmo perseguito dalle Forze Armate Italiane conseguente a un acutizzarsi delle relazioni EST – OVEST (1963 – 1966), venne deciso di acquisire un nuovo materiale da campagna per equipaggiare i gruppi del supporto diretto delle G.U. in sostituzione dell’ormai vetusto obice M2A1 da 105 mm su scafo M7.
Il modello selezionato risultò essere il semovente M109 armato con un obice da 155mm M126 di produzione statunitense di cui ne venne acquistato un primo lotto destinato a equipaggiare due gruppi.
Nel 1967 la Germania effettuò una modifica del semovente sostituendo l’originaria bocca da fuoco (b.d.f.) con un obice dello stesso calibro, prodotto dalla Rheinmetall, che presentava un miglioramento delle prestazioni balistiche.
Tale progetto sottoposto a valutazione venne giudicato idoneo alle necessità nazionali e ne vennero ordinati 196 esemplari, con la seguente opzione: gli scafi sarebbero stati prodotti dagli USA e l’armamento, di produzione tedesca, sarebbe stato installato dall’industria nazionale (OTOMELARA) che avrebbe provveduto al completo assemblaggio del mezzo, la cui denominazione era divenuta, adesso, M109G.
Nella sua versione definitiva il modello si differenziava dall’originale USA oltre che per la nuova b.d.f., anche per la cupola del capopezzo di forma semicircolare e per la presenza di 6 tubi lancia fumogeni; tutto il resto rimaneva invariato.
L’M109 G equipaggiò tutti i gruppi delle G.U. – corazzate e meccanizzate – dell’E.I. dimostrandosi un ottimo mezzo, robusto, affidabile, rustico e flessibile nell’impiego tattico.
Negli anni Novanta, visto l’abbandono dei progetti per la sostituzione dell’M109 con altro materiale (produzione nazionale Palmaria e collaborazione SP 70), venne avviato un programma di refitting con la sostituzione dell’armamento principale mediante l’installazione di un obice da 155/39 mm, sullo stesso scafo, consentendo di prolungare la vita operativa del semovente sino all’introduzione del materiale di origine tedesca PzH – 2000.
L’M109 G è un semovente, di concezione moderna, costituito da uno scafo in alluminio balistico con l’armamento principale costituito da un obice da 155 mm per 23 calibri, ospitato in una torretta/casamatta brandeggiabile a 360°.
Lo scafo presenta anteriormente il vano motore, dove trovano alloggiamento sia il propulsore, costituito da un motore a gasolio da 8 cilindri a V raffreddato a liquido, sia il gruppo di rinvio e il cambio idropneumatico (4 marce più retro).
Sulla sinistra del vano motore si trova il posto di pilotaggio, collegato direttamente alla camera di combattimento, che occupa tutta la sezione centrale e posteriore dello scafo. La torretta nella quale è alloggiato l’obice è posizionata nella parte posteriore dello scafo stesso.
Posto di pilotaggio e vano di combattimento sono ampi e lo spazio interno consente l’esecuzione del servizio al pezzo di cinque dei sette serventi, in maniera agevole (il sesto e il settimo componente della squadra pezzo erano posizionati esteriormente al mezzo per favorire l’alimentazione del munizionamento).
Il sistema di rotolamento è costituito da ruota motrice anteriore, rullo di rinvio posteriore, con funzione di tendicingolo, e sette rulli portanti, ciascuno con relativa barra di torsione; la cingolatura – composta rispettivamente da 79 e 80 elementi mono-maglia a guida centrale con battistrada in gomme sostituibile – consentiva un’ottima mobilità su tutti terreni, favorendo uno stile di guida semplice e non eccessivamente impegnativo, con indubbi riflessi positivi sull’addestramento dei piloti e sulla manutenzione.
L’armamento era costituito dal citato obice Rheinmetall da 155/23 (inizialmente ci fu una serie di problemi di fusione in alcuni lotti che imposero una revisione generale dei mezzi in servizio), da una Browning 12,7 per la difesa vicina e c/a operata dal capo pezzo e da due FAL; 6 tubi lancia fumogeni disposti sulle fiancate della torretta completavano le predisposizioni difensive del mezzo.
Il semovente era sprovvisto di apparato radio e non aveva alcuna installazione anti NBC.
L’obice da M126 da 155/23 era costituito da una b.d.f. con canna a tubo unico, dotata di un otturatore a cuneo con scorrimento orizzontale verso destra (a differenza dell’originale USA che aveva un otturatore a vite), un freno di bocca a due luci e un grosso evacuatore di fumo di forma circolare – a sette luci – posto in prossimità del vivo di volata.
L’iniziale gittata di 18 Km (carica 7^) idonea inizialmente a soddisfare le esigenze del supporto diretto, venne successivamente incrementata a 24 Km mediante l’uso di proietti con caratteristiche balistiche migliorate rispetto alle granate di produzione USA.
L’obice risultava eccellente nel tiro indiretto (primo e secondo arco) e aveva buone caratteristiche nel tiro diretto.
Il brandeggio del pezzo era effettuabile sia manualmente sia con un sistema idraulico, che ne garantivano ottima rispondenza nei movimenti di precisione e limitati tempi di risposta.
Gli apparati ottici, costituiti da un cannocchiale panoramico per il tiro indiretto, un cannocchiale a gomito per il puntamento a tiro diretto e un quadrante di elevazione, erano pratici, robusti e facili da impiegare.
La riservetta munizioni a bordo del mezzo prevedeva lo stivaggio di 28 granate e relative cariche di lancio, mentre la restante dotazione di prima linea era trasportata da un veicolo M548, in ragione di un mezzo ogni due semoventi.
In sintesi, il semovente M109 G è risultato essere un mezzo eccellente, molto apprezzato dagli equipaggi per la sua affidabilità, la semplicità di manutenzione e la rusticità che gli consentiva di agire in ogni condizione ambientale.
L’obice M126 era un pezzo anch’esso molto affidabile, estremamente preciso con una gittata adeguata che soddisfaceva in pieno le esigenze delle unità corazzata e meccanizzate delle quali costitutiva l’elemento principale per garantirne il supporto di fuoco diretto.
Adesso qualche informazione sul modello.
L’M109 G per la prima volta venne immesso sul mercato nel 1985 dall’Italeri (nr.235) e per molti anni ha rappresentato il solo esemplare disponibile di questo mezzo. L’Italeri dopo aver effettuato un reboxing della versione originale ha interrotto la produzione, recentemente però è disponibile un modello della AFV Club di ottima qualità.
Torniamo al nostro modello: si tratta del kit originario della Italeri (anno di acquisto 1986) che consente di riprodurre sia la versione USA, sia quella G – tenuto conto delle minime differenze tra i due modelli – e quindi è risultato perfetto per poter riprodurre un mezzo con insegne italiane (tra l’altro una delle versioni proposte offre le decal per un mezzo dell’Esercito Italiano in servizio presso la Scuola di Artiglieria di Bracciano).
La scatola contiene una serie di stampate di ottima qualità complessiva, considerando anche l’età del modello, in una plastica verde scuro anch’essa di buona qualità, facilmente lavorabile e compatta.
Non sono presenti flashes di colata, ci sono diversi ejection pins (ma facilmente eliminabili), i dettagli sono ottimi e in scala perfetta e consentono di riprodurre un modello preciso, fedele all’originale.
Ovviamente, data la età del modello, non è previsto alcun dettaglio interno sia del motore sia del vano di combattimento, a meno di un rudimentale accenno al complesso otturatore e organi di recupero della b.d.f..
I cingoli, in plastica rigida, sono fedeli e per l’epoca completamente soddisfacenti. Come detto le decal fornite consento di riprodurre una versione USA, una tedesca e una italiana.
Il modello offre la possibilità di posizionare aperti tutti i portelloni della torretta e questo mi ha stimolato a effettuare un lavoro di dettaglio per poter dare vita a un modello originale e particolare.
Quindi, ho deciso di arricchire il mio modello riproducendo l’interno del vano di combattimento al completo, il posto di pilotaggio e di ricostruire tutta la parte mancante della b.d.f., dettagliandone la parte esterna (tubo obice, freno di bocca ed evacuatore).
Dato che per l’M109G non esistono kit aftermarket in commercio che consentano un dettaglio di questo tipo (ne esistono solo per le versioni successive, dalla A2 in poi), il progetto è stato effettuato costruendo ogni cosa in scratch con vario materiale.
Essendo un mezzo che ha avuto una vita operativa lunga e importante sia nel nostro esercito sia in numerose parti del mondo, è stato piuttosto facile reperire tutte le informazioni necessarie e avere reference fotografiche di ogni particolare.
Il lavoro è stato piuttosto impegnativo e ha richiesto un elevato numero di ore lavoro ma il risultato le ha ricompensate tutte dandomi la possibilità di presentare un modello unico.
La parte esterna del kit, come ho già detto, riprodotta fedelmente e completa, non ha richiesto particolari aggiunte o dettagli extra e tutto lo sforzo è stato concentrato sugli interni e sulla b.d.f..
Le insegne e le targhe del mezzo (riprodotte in completa autarchia usando Power Point, stampante a getto e foglio decal bianco) fanno riferimento a un mezzo in servizio presso una delle Brigate corazzate della Divisone Ariete nel 1986 e la scenetta ambienta il semovente mentre si prepara al tiro nel poligono del Cellina Meduna.
L’equipaggio è stato riprodotto con il metodo Frankestein, cioè aprendo il Magic Box e assemblando figurini di marche differenti (Tamiya, MiniArt, Nimrod, Dragon) con abbondante uso di stucco epossidico per riprodurre uniformi ed equipaggiamento.
Proietti, spolette tubi contenitori delle cariche di lancio provengono invece da un kit in resina della Verlinden. Tutto il resto del materiale è stato riprodotto in scratch.
Alla fine, il modello ottenuto è risultato pienamente soddisfacente alle mie aspettative e mi ha consentito di aggiungere un mezzo iconico alla mia collezione, riproducendo il semovente che ha caratterizzato la nostra Artiglieria per circa un trentennio.
Mithra (LZ Scale Modeling)
Articoli correlati:
Forze Armate in scala – By Mithra in Paola Casoli il Blog