By Mithra
L’MC 202 rappresenta uno dei più riusciti progetti sviluppati dall’industria aeronautica italiana durante il secondo conflitto mondiale.
Si tratta di un aereo da caccia monoplano, ad ala bassa a sbalzo, con carrello a triciclo posteriore retrattile, interamente costruito in metallo, tecnologicamente avanzato e potenziato da un motore in linea.
La necessità di adottare un motore in linea raffreddato a liquido, al posto dei classici motori radiali raffreddati ad aria, che avevano, quasi esclusivamente, caratterizzato la produzione aeronautica italiana sino ad allora, era stata evidenziata dalla stessa commissione della Regia Aeronautica che aveva introdotto in servizio i caccia della cosiddetta serie 50 (Fiat G50, MC 200, Reggiane 2000 – ovviamente nelle migliori tradizioni nostrane tutte e tre i modelli, che erano stati progettati in risposta alla specifica tecnica dello Stato Maggiore della Regia Aeronautica emanate nella seconda metà degli anni ’30 per una nuova linea di caccia monoplani, pur avendo prestazioni simili, erano risultati tutti quanti vincitori della stessa gara e, quindi, per non far torto a nessuno erano stati introdotti in servizio tutti e tre!).
Di conseguenza la Macchi, utilizzando la disponibilità dei motori tedeschi DB 601A (un 12 cilindri a V in linea, capace di esprimere una potenza di circa 1000 CV), di cui l’Alfa Romeo aveva ottenuta la licenza di produzione, diede vita al progetto del Folgore.
Per inciso, tutti i motori che la nostra industria aeronautica ha utilizzato nelle sue realizzazioni belliche sono stati prodotti su licenza o sono derivati da esemplari stranieri, evidenziando non tanto una carenza di tecnica produttiva quanto una certa pigrizia nella progettazione.
Nello stesso tempo, tuttavia, la stessa industria ha saputo progettare e sviluppare motori estremamente potenti e con soluzioni ingegnose quando si è trattato di realizzazioni dedicate al settore civile o, diciamo meglio, al settore dei record; un esempio su tutti il MC 72 progettato dallo stesso Ing. Castoldi (sic!) – l’idro che ancora detiene un primato di velocità, imbattuto da quasi 90 anni – per il quale la FIAT sviluppò in proprio un eccezionale propulsore da oltre 3000 CV! Poi, il nulla!!!!!!
In sintesi, l’Ing. Castoldi partendo dal DB 601A tedesco rielaborò la cellula del MC 200, ridisegnandone la fusoliera in modo che potesse alloggiare il motore in linea, ma mantenne invariati i piani alari e quelli di coda.
In una specie di iato creativo, mentre l’armamento di bordo (due mitragliatrici da 12,7 in caccia) rimaneva inalterato, venne disegnato un abitacolo con tettuccio chiuso, venne prevista l’installazione di un apparato radio ricetrasmittente e l’installazione degli ipersostentatori.
Alla fine, dopo un rodaggio non privo di qualche problematica, ne venne fuori un aereo robusto, moderno, veloce e maneggevole che consentiva alla Regia una certa supremazia tecnica nel settore dei caccia.
Lo sviluppo finale del Folgore si concretizzò nell’MC 205, potenziato dal più potente DB 605, migliorato nelle prestazioni e con un armamento più idoneo alle mutate esigenze della guerra aerea, che si dimostrò un velivolo dalle prestazioni eccellenti superiori o alla pari di gran parte dei similari prodotti Alleati e anche tedeschi.
La produzione dell’MC 202, seppur rivelatasi elevata per gli standard nazionali, venne sempre limitata da alcuni elementi contingenti derivanti da una mentalità completamente italica: la complessità costruttiva, che richiedeva un elevatissimo numero di ore/uomo (noi realizziamo sempre delle opere di artigianato creativo!) e la contemporanea produzione di modelli simili che avevano più o meno le stesse caratteristiche (il Reggiane 2002/2005 e il Fiat G55 che usava addirittura lo stesso motore), che disperdeva le risorse disponibili.
L’impiego operativo vide l’MC 202 impiegato in tutti i teatri: l’Africa, la Russia e il Territorio Metropolitano, con profitto e con successo, essendo in grado di contrastare efficacemente qualsiasi aereo alleato almeno sino al tardo 1942. Su questa macchina molti degli Assi italiani conseguirono gran parte delle loro vittorie; due nomi su tutti: Lucchini e Visconti!
Rimpiazzato dal più moderno e potente MC 205, il progetto dell’Ing. Castoldi, sviluppato attraverso una triade di caccia ben riusciti e di successo, costituirà una delle migliori realizzazioni della nostra industria aeronautica nel periodo bellico.
Inquadrato il mezzo reale passiamo adesso al modello.
Il kit che ho usato per riprodurre questa icona della nostra Aeronautica è quello offerto dalla ditta Ceca della Eduard, appartenente alla serie Limited Edition in scala 1/48 (nr. 1132).
Si tratta della collaborazione tra Eduard and Hasegawa, dove l’ottimo modello della ditta giapponese viene arricchito da una serie di fotoincisioni, parti in resina, nuove decal fornite dalla Eduard e consente di avere a un costo ragionevole una eccellente riproduzione del Folgore. Il kit non è più disponibile e se si vuole riprodurlo si devono comperare due set differenti (aereo Hasegawa e aftermarket della Eduard) con un costo decisamente importante (sic!).
Il nostro Limited Edition ci offre una serie di sette stampate in plastica grigia, ottime quanto a dettagli e rifinitura, con un livello di particolari di qualità, un set di trasparenti cristallini, fotoincisioni della Eduard per un super dettaglio del cockpit e particolari del vano carrelli, radiatore e altro (vano carrello completo e superfici mobili rappresentano delle opzioni a parte acquistabili separatamente), ruote e filtri anti-sabbia (due opzioni) stampati in resina, un foglio di decal per sei differenti esemplari e un booklet di istruzioni chiaro e facilmente intellegibile la cui parte migliore è rappresentata dalle tavole a colori per le varie livree mimetiche. Insomma, un bel kit davvero che in un’unica soluzione presenta tutto quello che fa la gioia di un modellista.
Per il montaggio sono partito dall’abitacolo che, grazie alle fotoincisioni, assume un livello di dettaglio e di realismo super. Qualche difficoltà si riscontra nel lavorare minuscoli particolari che richiedono un’attenzione spasmodica per essere posizionati correttamente. Il complesso sistema delle cinture di sicurezza usato dalla Regia è perfettamente riprodotto ma richiede, anch’esso, una certa cura per essere sistemato.
Dato che la disponibilità di fonti fotografiche è ragionevolmente ampia mi sono sbizzarrito nella riproduzione dell’affollato vano del carrello anteriore.
Plasticard, tubicini di vario spessore, filo di rame e di stagno di diametri differenti, molta pazienza un paio di fallimenti (in genere non sono mai soddisfatto della prima riuscita) hanno comunque permesso di riprodurre un dettaglio apprezzabile di una parte che nessuno vedrà mai (ma che mi ha dato tanta soddisfazione come modellista: l’autostima è fondamentale quando ti senti un creativo incompreso da una famiglia che ignora del tutto le tue doti e ti considera come un bambinone un po’ ritardato perso nei suoi giochini!).
Il resto del montaggio scorre via senza problemi. Giunture perfette, assenza di stucco e mancanza di problemi di allineamento di ali e piani di coda. Tuttavia, questo non è un modello che raccomanderei a un modellista agli inizi di carriera!
Per la mimetica la scelta si presenta difficile perché tutte le proposte sono accattivanti e meriterebbero il primo posto. Alla fine, ho optato per l’esemplare della 151^ sq., del 51° Stormo basata a Gela nel corso del 1942.
L’aereo con M.M. 9066 risulta essere stato pilotato dal Mar. Ennio Tarantola e quello che mi ha colpito è stata la scritta “Dai banana!” che fa riferimento all’attività pregressa del pilota che, riportata sul muso (lato destro), ne personalizza l’esemplare. Le decal sono ottime, quasi prive di bordo trasparente si applicano magnificamente, nel particolare i cerchi bianchi con i fasci littori per le ali hanno un ottimo potere coprente e non necessitano di un fondo bianco preventivo.
Per la colorazione, in un clima di perfetta autarchia romanamente nazionalistica, ho usato il set di colori della italianissima LifeColor (CS19) appositamente dedicato ai caccia della Regia. Il prodotto è valido, corretto nelle sfumature che propone, ma deve essere trattato con i guanti in quanto non concede errori.
La stesura ad aerografo, in particolare, richiede molta attenzione sulle superfici estese, quando poi si scende sul dettaglio minuto (chiazze della mimetica) allora la sfida si complica: un dosaggio farmacistico della diluizione, della pressione di erogazione, della distanza e della scelta dell’aerografo sono fondamentali. Alla fine, però il risultato paga perché l’effetto della stesura dei LifeColor è decisamente ottimo. Per dare vita al soggetto posto su una semplice ambientazione ho usato un figurino in resina della CMK (F48061 Italian Pilots WW II).
In conclusione, ogni modellista di aerei della Seconda Guerra Mondiale non può fare a meno di avere nella sua collezione il Folgore, ovviamente non solo come riconoscimento a un eccellente aereo italiano, ma anche come tributo alla Regia Aeronautica e al valore dei suoi piloti!
Mithra (LZ Scale Modeling)