Si è conclusa con una maxi-emergenza simulata l’esercitazione VARDIREX 2019 (Various Disaster Relief Management Exercise), si apprende da un comunicato stampa di oggi, 8 novembre, del 1° reggimento di Artiglieria da montagna dell’Esercito Italiano.
La fase dell’atto conclusivo ha visto la partecipazione del Comandante delle Forze Operative Terrestri e del Comando Operativo Esercito dell’Esercito Generale di Corpo d’Armata Federico Bonato, del Comandante delle Truppe Alpine Generale di Corpo d’Armata Claudio Berto, del Comandante della Prima Divisione Navale Contrammiraglio Stefano Turchetto, del Presidente Nazionale dell’Associazione Alpini Ing. Sebastiano Favero, dei Vertici del Dipartimento Nazionale di Protezione Civile e delle Autorità locali.
Quest’anno la Vardirex, esercitazione interagenzia oramai consolidata, si è svolta in diversi scenari individuati tra Liguria e Lombardia, con lo scopo di testare la risposta sul campo da parte del Dipartimento di Protezione Civile e delle Forze Armate in caso di allertamento per pubbliche calamità, anche di diversa entità, che colpiscono contemporaneamente più aree del Paese.
Nei comuni di Imperia e Lodi sono stati allestiti 3 campi base con relative infermerie da campo (2 in Liguria e 1 in Lombardia) per il coordinamento delle attività di soccorso e ripristino delle normalità a seguito di eventi calamitosi simulati, in particolare, negli abitati di Cervo, Taggia, Diano Castello e Montanaso Lombardo.
Durante i 3 giorni d’esercitazione sono state simulate situazioni emergenziali complesse dovute a scosse sismiche, condizioni meteo particolarmente avverse, alluvioni, smottamenti e frane che hanno richiesto l’intervento immediato dei soccorsi giunti sia via terra che via mare grazie al simultaneo impegno dei soccorritori dell’Esercito, della Marina Militare e dei volontari dell’Associazione Nazionale Alpini (ANA).
L’Esercito, si apprende, ha schierato nella VARDIREX assetti specialistici e numerosi mezzi e materiali tecnici provenienti principalmente dalle Truppe Alpine, che nelle diverse simulazioni ha impegnato circa 150 specialisti con competenze nei relativi campi di intervento; in particolare, i piloti e gli elicotteri dell’AVES (Aviazione Esercito) hanno garantito i collegamenti nella terza dimensione a tutto vantaggio della rapidità nei soccorsi, i genieri hanno lavorato al ripristino delle strutture essenziali, ma anche alla tutela dei beni culturali, le Squadre Soccorso Alpino Militare hanno portato a termine operazioni complesse di primo soccorso ed evacuazione di feriti, i trasmettitori hanno garantito a tutti gli attori della simulazione la possibilità di comunicare anche in condizioni estreme.
Il tutto è stato perfettamente coordinato con le componenti del sistema di gestione e risoluzione della crisi emergenziale, punto focale dell’esercitazione.
Le reali condizioni meteo delle scorse settimane hanno consentito in alcune occasioni di testare in modo reale le capacità di intervento delle unità delle Truppe Alpine che sono state chiamate a effettuare alcune ricognizioni tecniche, con i loro assetti del Genio, su siti colpiti dalle forti piogge modificando – “senza impatti”, specifica il comunicato stampa – il loro assetto da addestrato a operativo, effettuando anche interventi di svuotamento di grandi quantità di acque piovane dal seminterrato di un edificio che, benché non più in uso, avrebbe potuto rappresentare un pericolo per la popolazione.
La Marina Militare ha impiegato la fregata Rizzo, ormeggiata in prossimità di una zona costiera colpita da un evento calamitoso, che ha permesso di intervenire, con un eliporto sempre pronto, immediatamente disponibile, con capacità di operare di giorno e di notte.
La nave, inoltre, con le sue capacità di comando, controllo e comunicazioni ha permesso l’installazione rapida di un posto di comando a poca distanza dall’area colpita, da cui hanno operato i comandi interforze della Difesa, il personale del Dipartimento della Protezione Civile e i volontari dell’ANA.
Gli uomini e mezzi della Marina Militare sono a supporto del Paese in molteplici settori, sottolinea il comunicato.
L’ampio spettro di professionalità del personale, dei mezzi e delle risorse operative e logistiche – come quelle in uso alla Capitaneria di Porto che per l’occasione ha presentato il nuovo natante “Rescue Runner”, capace di navigare sotto costa con solo 30 cm di pescaggio – sono impiegabili per compiti militari tradizionali, ma possono essere resi disponibili per un’ampia gamma di attività e operazioni, dal sociale all’umanitario, dall’ambientale allo scientifico.
Come ha sottolineato il Comandante delle Truppe Alpine, Generale di Corpo d’Armata Claudio Berto, “L’Esercito, in questa circostanza con le Truppe Alpine e le Unità della Marina con la Nave Rizzo e le strutture operative delle Capitanerie, sono pienamente coinvolte in programmi e sperimentazioni che hanno come obiettivo il raggiungimento di una maggiore capacità d’intervento in sinergia con tutte le altre organizzazioni che si occupano di previsioni e soccorso”: quello che in sostanza rappresenta uno degli scopi principali della Vardirex 2019, conclude il comunicato.
Fonte e foto: 1° reggimento Artiglieria da Montagna