By Mithra
Considerare il modellismo, (specialmente quello statico) un hobby da eterni bambinoni che ancora giocano con i soldatini, è una visione alquanto diminutiva e molto semplicistica, ma ancora abbastanza diffusa nell’immaginario collettivo.
Ma la pratica del modellismo in realtà non è soltanto un hobby o un passatempo da adolescente, è molto di più!
È una continua sfida con se stessi per migliorare le proprie capacità; è voglia di produrre ogni volta qualche cosa sempre più bello; è l’osservazione del nostro piccolo mondo per trarre una nuova fonte d’ispirazione; è un tuffo nella storia alla ricerca di notizie e di riferimenti per il nostro nuovo progetto sia esso un veicolo militare oppure un’auto sportiva.
Il mondo del modellismo è variegato e amplissimo e non potrebbe essere certo racchiuso in poche pagine.
L’intento dichiarato è quello di aprire una finestra virtuale, trattando in parallelo argomenti inerenti al settore della Difesa, ma dal punto di vista del modellista, secondo una prospettiva che privilegi, in prima battuta, soprattutto quei mezzi che, prestando servizio nel corso degli anni nei nostri reparti e nelle nostre unità, hanno fatto la storia delle Forze Armate Italiane.
Nell’immediato dopoguerra uno dei problemi che la Difesa dovette affrontare fu quello della disponibilità di armamenti per la ricostruzione delle Forze Armate.
Per quanto riguarda l’Esercito, ma non solo, per i primissimi anni venne utilizzato, principalmente, il materiale prodotto dall’industria nazionale durante il conflitto, in ragione della esiguità delle unità (e soprattutto della “leggerezza” delle stesse) imposta dai trattati internazionali; tuttavia a seguito della crescita della tensione nei rapporti tra i vecchi Alleati a cavallo degli anni 40’ e’50, l’Esercito subì una riorganizzazione imponente che richiese la disponibilità di materiale completamente differente in termini qualitativi e quantitativi.
La soluzione immediata fu quella di equipaggiare le nuove unità con il surplus di mezzi che Americani (e Britannici in misura minore) avevano reso disponibile con la riduzione dei loro contingenti dislocati nella nostra Penisola.
Per qualche anno, quindi, troviamo in servizio una moltitudine di mezzi diversi e nelle versioni più disparate (basti pensare al carro Sherman, di cui erano in servizio nelle stesse nostre unità una quantità di modelli e di versioni impressionanti).
Un incubo logistico e un dilemma addestrativo, per i Quadri del tempo ma, per il modellista, un’occasione eccezionale, un vero paradiso dell’immaginazione e della fantasia.
Dato questo breve doveroso preambolo, il nostro primo soggetto è rappresentato dal semovente caccia carri M18 Hellcat.
Si tratta di un tank destroyer, di concezione e produzione USA, basato sullo scafo del carro leggero M24, armato con una bocca da fuoco da 76mm, alloggiata in una torretta a cielo aperto e in possesso di ottime doti balistiche complessive.
Veloce, maneggevole, affidabile e potentemente armato costituì una spiacevole sorpresa per la controparte tedesca, in quanto risultò efficace e letale nel suo ruolo di caccia carri.
Il nostro modello è prodotto dalla taiwanese AFV Club (AF 35015) nella scala 1/35.
Perché questo modello? Innanzitutto perché questo mezzo, insieme ai semoventi M10 e M36, ha rappresentato il principale sistema contro/carri delle nostre Divisioni corazzate per quasi tutti gli anni ’50 (e quindi merita un posticino non indifferente nella bacheca dei veicoli storici), in secondo luogo perché la ditta taiwanese offre nel kit l’opzione di riprodurre un veicolo con le insegne italiane!!!!! (opportunità rarissima nel panorama modellistico).
Vediamo il modello nel dettaglio. La box art, semplice ma d’impatto visivo, rappresenta un modello con marking USA, la scatola lateralmente presenta una panoramica con fotografie del modello evidenziandone i particolari, cosa che apprezzo particolarmente, in quanto piuttosto utile per avere un’idea del contenuto (non riesco a comprare a scatola chiusa!!!).
Aprendo la confezione abbiamo 5 sprue in plastica verde, ognuno inserito in una busta di plastica trasparente, che ne preserva il contenuto da eventuali danni; un ulteriore sacchetto contiene lo scafo, stampato in un unico blocco e i cingoli in vinile nero (di ottima fattura!!!), come valore aggiunto la confezione offre anche la canna della bocca da fuoco tornita in alluminio (nessuna necessità quindi di costose aggiunte per il dettaglio del modello. OK!!!!!).
A completamento del tutto un generoso foglio di decal per otto diverse versione tra cui quella targata E.I..
Il libretto delle istruzioni è in bianco e nero ma chiaro, esaustivo e consente di completare il kit in 21 fasi.
Il modello risulta in scala corretta, la qualità delle stampate è ottima (secondo l’elevato standard orientale), la plastica è relativamente morbida, facile da lavorare e quasi priva di imperfezioni.
Il kit è superbamente dettagliato: camera di combattimento, interno torretta e cannone sono riprodotti con ricchezza di particolari e fedeltà, consentendo di montare un ottimo modello OOB (Out-Of-the-Box).
Per i patiti del super dettaglio il kit rappresenta una opportunità ghiottissima in quanto, essendo un semovente a cielo aperto, gli interni risultano completamente visibili e qui ci si può sbizzarrire come si vuole.
Inoltre, considerando il concetto un po’ vago di standardizzazione applicato dalle unità in cui il mezzo fece servizio, equipaggiamenti, carichi esterni e interni e colorazioni lasciano ampio sfogo alla creatività individuale.
Nel particolare, i punti di forza sono rappresentati dal cannone nel suo complesso, dettagliato e ricco di particolari, dalla riproduzione della torretta e dalla Browning 0,50’ ricca di elementi che catturano l’essenza di questa intramontabile icona.
Punti deboli: assenza di dettagli del vano motore, e se vogliamo proprio spaccare il capello, forse i cingoli avrebbero potuto essere riprodotti direttamente in plastica a sezioni (ma è molto soggettivo).
Il prezzo è onesto, si aggira sui 35 euro (dipende dal rivenditore), ragionevole per la qualità e il contenuto della scatola (senza le esagerazioni di altre marche!!!!).
In sintesi, il kit consente di realizzare un ottimo modello, sicuramente dettagliato e corretto, offrendo la possibilità di riprodurre un soggetto, magari poco noto ma sicuramente di impatto, che occupa un posto di rilievo nel panorama dei corazzati che hanno prestato servizio nell’Esercito Italiano.
Mithra