“Ho inviato questa lettera una ventina di giorni fa, ma non ho ancora ricevuto risposta”, spiega a Paola Casoli il Blog oggi, 11 ottobre, il gen Giulio Carletti, ufficiale dell’Esercito in pensione dal 2012, che, a seguito delle definizioni negative del vicepremier Luigi Di Maio (nella foto formiche.net con il Ministro della Difesa, on Elisabetta Trenta) ai danni degli ufficiali dell’Esercito in pensione, chiede al Ministro Trenta il motivo del “suo totale silenzio sull’argomento a nostra difesa”.
Ecco il testo integrale, che il gen Carletti ha ormai deciso di cominciare a diffondere tra i colleghi:
“Egregia Signora Ministro della Difesa,
è con estremo rammarico che mi trovo costretto a inviarLe la seguente missiva inerente un tema di attualità: le cosiddette pensioni d’oro.
E con la stessa franchezza le dico subito il motivo: il suo totale silenzio sull’argomento a nostra difesa da quando il suo collega Luigi Di Maio sparando a zero nel mucchio ci ha definiti “Parassiti di Stato”.
Vede Signora Ministro, quando si vuole offendere qualcuno bisogna possedere un’etica inattaccabile, le doti intellettuali e culturali necessarie, le corrette motivazioni basate sulla verità oggettiva dei fatti e sul diritto, ma ancor di più conoscenza profonda di quello che si dice e a chi ci si rivolge.
Orbene, non la starò a tediare con il mio modesto curriculum (può tranquillamente farselo portare da un mio collega in servizio).
Le dirò solo che il sottoscritto è stato decorato con ben CINQUE CROCI al MERITO dell’ESERCITO e che i nostri destini si sono già incrociati in quel di Nassiriya quando rivestivo l’incarico di Vice Comandante del contingente nell’ambito dell’Operazione “Antica Babilonia 10” e Lei quello di Consigliere Politico.
Ecco perché quando qualcuno parla a vanvera come il suo collega Di Maio, mi sovviene un moto di stizza perché penso a quello che ho fatto nella mia vita per la nostra Nazione e a chi si è permesso di offendermi: infatti, basta leggere il suo curriculum per capire con chi si ha a che fare.
E insieme a me, questo signore ha offeso nel profondo dell’animo tutti gli altri Servitori dello Stato militari e civili che hanno dato tutte le loro energie per il bene comune assumendosi molto spesso responsabilità enormi dalle quali dipendeva anche la vita di sottoposti e civili.
Non credo di dover aggiungere altro essendo Lei uno dei rarissimi Ministri della Repubblica ad aver servito in armi la Nazione in operazioni.
Io sono andato in pensione nel 2012, quando l’allora Governo Monti decise che le Forze Armate si sarebbero dovute ridurre di ulteriori 20.000 unità tra Ufficiali e Sottufficiali e quindi procedendo ad inviare in ARQ [Aspettativa per Riduzione di Quadri, ndr] centinaia di Quadri.
Già allora per non essere additato al pubblico ludibrio decisi di optare per la Riserva invece di andare in ARQ e successivamente in Ausiliaria (il popolo si lamentava che gli Ufficiali e i Sottufficiali potessero stare “a casa” senza fare nulla facendosi pagare lo stipendio).
E questo con oltre 41 anni di servizio e nel rispetto delle leggi vigenti.
E ora per il suo collega io sarei un ladro!
Non credo proprio visto che solo nell’ultimo quinquennio ho versato oltre 220.000 euro di contributi.
Inoltre, il sottoscritto ha già donato oltre 50.000 euro di contributi ai pensionati più svantaggiati avendo ricevuto una pensione relativa a 40 anni di servizio ed avendo versato contributi per circa 41 anni e tre mesi.
Altresì il sottoscritto ogni anno contribuisce con il 21,3 per cento delle sue tasse al pagamento delle pensioni sociali per complessivi 7.000 euro (fonte Fisco).
Ora io dopo questo, non solo sarei un ladro ma anche un parassita: mi dispiace ma non ci sto e non ci stanno nemmeno tutti i miei colleghi in pensione e anche quelli in servizio.
Le ricordo che oltre ad avere una specificità lavorativa le Leggi dello Stato in vigore stabiliscono dei limiti di età ben precisi per le Forze Armate e per le Forze di Polizia differenziandoci dai Professori Universitari e dai Magistrati che possono andare in pensione a 70 anni e oltre.
Allora i punti sono due:
- o il sottoscritto è un ladro e parassita perché si è attenuto alle Leggi dello Stato;
- oppure, se volete cambiare le regole, faccia approvare un semplice emendamento, consentendomi di rientrare in servizio p.e. [permanente effettivo, ndr] o in ausiliaria fino al compimento del mio 75° anno di vita (visto che per tale età sono ancora idoneo ad essere richiamato quale riservista in servizio) reintegrandomi in ruolo e grado e poi ricalcoleremo la pensione che mi toccherà.
La prego, non si abbassi alla facile demagogia populistica del suo collega, le pensioni d’oro son ben altre e Lei lo sa perfettamente e non sto qui a discutere del livello per cui arbitrariamente si stabilisce che una pensione diventa improvvisamente d’oro (4.000, 4.500 o 5.000 euro) ma solo dei principi e dell’etica morale che sono alla base di un patto sottoscritto a suo tempo con lo Stato.
E pensare che una volta una semplice stretta di mano valeva più di mille contratti e patti, ma i tempi cambiano e i valori si perdono.
Spero solo che abbia il tempo e la voglia di rispondermi.
Con stima, augurandoLe buon lavoro per il bene delle Forze Armate e per il bene della Nostra Nazione.
Gen. B. (ris) Giulio Carletti
Foto: formiche.net