Alla presenza del Capo di Stato Maggiore della Difesa (CaSMD), Generale Claudio Graziano, del Capo di Stato Maggiore dell’Esercito (CaSME), Generale di Corpo d’Armata Salvatore Farina, e del Comandante delle Truppe Alpine (COMALP), Generale di Corpo d’Armata Claudio Berto, si è svolta ieri, 4 luglio, nell’omonimo comprensorio montano – “cuore delle Dolomiti bellunesi e patrimonio dell’umanità” – l’esercitazione 5 Torri 2018 che, assieme alle Truppe Alpine dell’Esercito, ha visto impegnati soldati di 14 Paesi alleati e amici, assetti di tutte le Forze Armate nazionali e personale del Corpo Nazionale del Soccorso Alpino e Speleologico e della Protezione Civile dell’Associazione Nazionale Alpini.
Lo rendono noto il COMALP e lo stato maggiore della Difesa con un comunicato stampa di ieri, 4 luglio.
“Esercitazione tradizionale e moderna – ha affermato il gen Graziano, CaSMD, intervenuto all’avvio della 5 Torri 2018 – in cui hanno operato 14 Paesi amici e alleati alle nostre Forze Armate che si sono addestrati insieme per prepararsi a intervenire in qualsiasi condizione climatica e ambientale. Gran parte della Terra è composta da montagne e gran parte delle operazioni in questo momento in atto si sviluppano in aree compartimentate e montuose”.
Su queste vette, dove 100 anni fa era posizionato il Comando dell’artiglieria italiana, le Truppe Alpine – “eredi dei leggendari soldati di montagna che durante il Primo Conflitto Mondiale scrissero epiche pagine di storia militare e alpinistica”, sottolinea il comunicato – hanno dato dimostrazione delle proprie capacità di sviluppare in modo efficace il moderno concetto di ‘mountain warfare’, evoluzione delle tradizionali tecniche di combattimento ad alta quota.
“Bisogna imparare a operare in un mondo moderno e a quattro dimensioni, compreso lo spazio cibernetico, e dobbiamo continuare ad addestrare i nostri uomini e donne nel modo migliore. La palestra naturale di oggi ne è un esempio, perché là dove l’ambiente è severo si cimenta la fratellanza in armi, in amicizia, la solidarietà, la capacità di sapersi relazionare e operare in sinergia con la società e le componenti civili e quindi ad essere soldati della montagna ed alpini. Cento anni fa su queste montagne si combatté in un modo violento e spaventoso, anche con odio, perché nell’ultimo anno della Grande Guerra l’Italia comprese che una sconfitta militare avrebbe significato il tracollo di tutta la Nazione. Ma gli stessi nemici di allora sono adesso i nostri amici più forti, con gli sloveni, con i croati, con gli austriaci siamo oggi impegnati nelle operazioni internazionali, come in Libano e in Kosovo. Dobbiamo perciò tutelare quanto costruito finora, non dare nulla per scontato, tutelando in particolare quel patrimonio di valori comuni e condivisi anche con gli altri paesi, tramandati dai nostri nonni, e fare in modo che il valore più importante da custodire sia quello di un’Europa unita.”
Salutando tutte le autorità intervenute e il pubblico presente, il Comandante delle Truppe Alpine ha ricordato come “oggi, dopo oltre 100 anni, i nomi delle montagne intorno riportano alla memoria cruente battaglie, gesta eroiche ed episodi legati alla dura vita dei soldati tra i monti di cui rimangono evidenti e ben visibili tracce in tutta la zona circostante”.
Proprio per ricordare tutti quei giovani che sui monti donarono la propria vita alla Patria, personale della Sezione militare di Alta Montagna del Reparto Attività Sportive del Centro Addestramento Alpino ha aperto nei giorni scorsi una nuova via alpinistica di decimo grado sulla Torre Grande, denominata “I ragazzi del ’99”, da loro risalita ora per la prima volta in modo integrale.
La Sezione di Alta Montagna è formata da alcuni tra i migliori elementi del panorama alpinistico italiano e dalle più qualificate Guide Alpine Militari dell’Esercito e rappresenta oggi la migliore e più elevata espressione delle capacità tecniche del Centro Addestramento Alpino nell’alpinismo e nell’arrampicata sportiva di altissimo livello.
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Fonte e foto: COMALP; PI SMD