Si è conclusa a Meža Mackeviči, in Lettonia, l’esercitazione a livello Compagnia denominata “Claymore Soaring”, ha fatto sapere il 18 aprile scorso lo stato maggiore della Difesa.
L’esercitazione ha visto impegnata una Compagnia di fanteria alpina italiana, da più di quattro mesi inquadrata nel Battle Group di eFP (enhanced forward presence) in teatro lettone, assieme a una Compagnia del 3° Reggimento della guardia nazionale lettone di Zemessardze e il supporto di un’unità di 3 elicotteri UH 60 Black Hawk statunitensi del 227th Aviation Regiment, dislocato a Lielvārde, a un centinaio di chilometri da Riga.
L’esercitazione, iniziata il 10 aprile, è stata svolta in tre giorni continuativi a circa 250 km a Sud-Est di Riga, nella zona di Meža Mackeviči, area addestrativa del 3° Reggimento di Zemessardze e luogo idoneo per effettuare infiltrazioni attraverso assetti con ala rotante, si apprende dalla Difesa.
L’attività si è svolta in maniera totalmente congiunta con le unità citate sopra, dando segno dell’interoperabilità delle nostre forze con gli altri eserciti e forze armate appartenenti all’Alleanza Atlantica.
Il focus di quest’esercitazione è stato pianificare e condurre un’infiltrazione tramite elicotteri UH 60 Black Hawk, per poi effettuare pattuglie da combattimento appiedate su un territorio considerato ostile, con osservazione e acquisizione di diversi obiettivi nemici designati in fase di pianificazione, e successivo attacco e distruzione simulata degli stessi.
L’esercitazione è stata condotta a partiti contrapposti per rendere più realistica possibile l’esecuzione dell’operazione, dove le forze nemiche sono state rappresentate in maniera simulata da militari di altre nazioni provenienti dal Battle Group eFP Latvia, tra cui polacchi, canadesi e lettoni.
La Compagnia italiana, prima di poter intraprendere questo tipo di operazione con inserzione tramite elicotteri Black Hawk, ha dovuto effettuare una fase di addestramento congiunto con i piloti statunitensi al fine di essere abilitati al trasporto su questo tipo di elicotteri d’assalto, coordinando e integrando le varie procedure tecnico/tattiche di questo tipo di attività operativa.
Un banco di prova per il Comando di Compagnia, che ha dovuto sostenere tutta la fase di pianificazione dell’inserzione, condotta della pattuglia ed esfiltrazione a stretto contatto con i propri corrispettivi lettoni, dimostrando la flessibilità operativa nella condotta di operazioni tattiche tra i due eserciti alleati.
Tale attività ha voluto testare e convalidare nuovamente sul campo la capacità di ricognizione, pattugliamento e acquisizione, diurna e notturna, della Compagnia alpina italiana, sfruttando l’occasione di poter lavorare in modo congiunto con i colleghi lettoni e statunitensi presenti permanentemente nel territorio.
Durante l’esercitazione “Claymore soaring”, scrive lo stato maggiore della Difesa, “i militari del 5° reggimento Alpini hanno dimostrato di saper lavorare, vivere, muovere combattere in condizioni ambientali decisamente avverse, caratterizzate in questo caso da sbalzi notevoli di temperatura tra il giorno e la notte e terreni paludosi; ciò ha confermato ed evidenziato le doti di fanteria leggera delle nostre truppe, soprattutto per quanto riguarda il combattimento nei boschi e l’attuazione di pattuglie appiedate”.
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Fonte e foto: PI SMD