Palazzo dell’Arsenale, sede del Comando per la Formazione e Scuola di Applicazione dell’Esercito, è stato il fulcro del X Raduno Nazionale Mauriziano svolto a Torino lo scorso fine settimana, ha fatto sapere la stessa Scuola di Applicazione con un comunicato stampa del 25 settembre.
Duecento i partecipanti che, giunti da tutta Italia, si sono ritrovati nel capoluogo piemontese per partecipare all’iniziativa organizzata dall’Associazione Nazionale Nastro Verde.
Il sodalizio riunisce gli appartenenti alle Forze Armate e ai Corpi armati dello Stato decorati con la Medaglia Mauriziana, istituita nel 1839 da Carlo Alberto e conferita a chi raggiunge l’ambito traguardo dei dieci lustri di carriera militare, ricorda la Scuola.
Tra i momenti più significativi del raduno la cerimonia dell’alzabandiera presso la Scuola Allievi Carabinieri di Torino, la deposizione di una corona al monumento ai Caduti di Palazzo dell’Arsenale e la funzione religiosa celebrata nella Basilica Mauriziana di Torino.
Nella giornata di sabato 24 settembre, alla presenza del Comandante per la Formazione e Scuola di Applicazione dell’Esercito, gen Claudio Berto, del Vice presidente del Consiglio regionale del Piemonte, dott Nino Boeti, e dei vertici dell’Associazione, sono stati conferiti i riconoscimenti ai soci benemeriti e proclamati i vincitori del 3° Premio Letterario Nazionale Mauriziano, intitolato alla memoria del sottotenente dell’Esercito Mauro Gigli, Medaglia d’Oro al Valore Militare, caduto a Herat, in Afghanistan, il 28 luglio 2010.
“Culminato con l’omaggio ai Caduti della Grande Guerra presso il monumento al Duca d’Aosta – si legge dal comunicato – il X Raduno Nazionale Mauriziano si è svolto in piena armonia con gli scopi del sodalizio, tra i quali il rafforzamento dei legami tra il personale in servizio e in congedo, il consolidamento delle tradizioni militari, la valorizzazione dell’onorificenza”.
Numerose le circostanze nelle quali è stata ricordata la figura di San Maurizio, si apprende, “comandante della legione tebea che nel III secolo, secondo la tradizione, si sacrificò pur di non rinnegare la propria fede e perseguitare la popolazione cristiana inerme del Vallese, nell’attuale Svizzera”.
“Una figura che racchiude l’essenza delle virtù e dei valori cui si ispirano i nostri militari nel quotidiano agire al servizio del Paese e della collettività”, sottolinea concludendo il comunicato stampa della Scuola di Applicazione.
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Fonte e foto: Comando per la Formazione e Scuola di Applicazione dell’Esercito