Si è concluso a Roma il 2° workshop degli psicologi e medici psichiatri militari per valutare le potenzialità delle nuove metodiche e tecnologie, ha fatto sapere lo stato maggiore dell’Esercito con un comunicato stampa del 18 maggio scorso.
Questo 2° incontro, intitolato “Psicologia 3.0. Policy e tecnologie innovativo a servizio della Forza Armata”, si colloca nella scia dei risultati positivi del 1° workshop di psicologia e psichiatria militare dello scorso anno e si è svolto dal 16 al 18 maggio a Roma, nel Comando Supporti Logistici.
Al workshop hanno partecipato tutti gli psicologi e medici psichiatri dell’Esercito insieme a illustri rappresentanti del mondo accademico e professionale.
Obiettivo dell’attività è cercare di finalizzare e valutare il contributo che la psicologia e la psichiatria possono fornire ai militari, in particolare nell’ambito della gestione delle risorse umane, nel dettaglio selezione, orientamento e formazione, e in quello clinico, spiega il comunicato.
Nelle prime due giornate i partecipanti sono stati suddivisi in gruppi di lavoro, incaricati di sviluppare, sulla base delle proprie esperienze professionali nell’Esercito, specifiche tematiche di applicazioni della psicologia e della psichiatria in ambito militare.
Tematiche che hanno un importante impatto su vari ambiti specialistici, dalla selezione all’impiego operativo, dall’addestramento all’aspetto clinico riabilitativo, tutti fondamentali per il benessere individuale e organizzativo, con particolare attenzione alla sempre più frequente partecipazione di militari a operazioni di soccorso alle popolazioni colpite da calamità naturali.
I risultati dei lavori sono stati presentati nella giornata conclusiva del workshop alla presenza del Sottocapo di Stato Maggiore dell’Esercito, gen Claudio Mora, dei vertici della Forza Armata e di importanti professionalità del campo scientifico e accademico.
Tali risultati hanno confermato l’opportunità di una sinergia funzionale tra le diverse fasi che accompagnano il ciclo operativo e la vita del soldato, dal suo reclutamento al recupero psicofisico, dalla salute individuale a quella del contesto sociale di appartenenza.
In tale ambito, sottolinea il comunicato, i professionisti del settore psicologico e psichiatrico dell’Esercito sono chiamati a essere preziosi interpreti delle mutevoli esigenze specialistiche del comparto Difesa.
Il workshop ha rappresentato l’occasione per esplorare nuovi strumenti scientifici di valutazione ed esplorazione delle caratteristiche individuali, attitudinali e personologiche.
Particolare rilevanza è stata data alle recenti ricerche scientifiche sulla “plasticità cerebrale”, sviluppate dal professore emerito dell’Università della California Michael M. Merzenich, che nel suo intervento ha evidenziato le potenzialità che le neuroscienze, applicate al miglioramento della performance individuale e di gruppo, possono fornire all’organizzazione militare, con particolare riferimento allo sviluppo delle capacità operative del soldato e all’eventuale recupero delle funzioni cognitive, sensoriali e motorie danneggiate conseguentemente all’esposizione a eventi traumatici con interessamento del sistema nervoso centrale o periferico.
A chiusura dei lavori, il gen Mora ha ringraziato tutti i partecipanti per l’impegno profuso nella realizzazione del workshop e per l’attenzione posta sull’individuo come risorsa centrale e pietra basilare dell’organizzazione Esercito.
“L’uomo – ha concluso il Sottocapo di Stato Maggiore dell’Esercito – è alla base di tutto. Riconoscere la centralità del soldato significa credere che una Forza Armata moderna e competitiva sia frutto di una attenzione costante nelle varie fasi della vita di un militare”.
Durante i lavori è stato anche presentato il neocostituito Ufficio di Psicologia Militare dello Stato Maggiore dell’Esercito, che avrà il compito di coordinare e promuovere il lavoro di tutti i professionisti del settore psicologico e psichiatrico, garantendo quelle sinergie fondamentali al conseguimento degli obiettivi della Forza Armata.
Fonte e foto: Esercito