Nel quadro delle iniziative e delle realizzazioni attuate dal Ministero della Difesa “verso la PA digitale”, è stata avviata lo scorso 28 aprile la fase operativa del Progetto di dematerializzazione della documentazione (caratteristica e matricolare) del personale militare, fa sapere il Segretariato Generale della Difesa e Direzione Nazionale degli Armamenti (SEGREDIFESA/DNA) in una nota stampa del 29 aprile scorso.
È dunque da poco iniziata la creazione di basi dati e del fascicolo digitale in cui confluiranno i documenti nativi digitali, una innovazione che consentirà di trasferire in formato digitale editabile, nella sola prima fase, 2.900.000 documenti di ufficiali delle Forze Armate con anzianità pari o inferiori a 20 anni, che occupano, oggi, circa 600 metri di archivio lineare, si apprende.
Il progetto, frutto della stretta collaborazione con l’Agenzia Industrie Difesa (AID) e il suo Centro di dematerializzazione e conservazione unico della Difesa, è stato realizzato sulla base delle direttive di SEGREDIFESA, secondo le linee di indirizzo del ministro della Difesa, sen Roberta Pinotti, in materia di ammodernamento, utilizzo e produttività delle risorse, peraltro contenute nel “Libro bianco per la sicurezza internazionale e la Difesa”.
L’avvio dell’attività è stato presentato a Palazzo Messe alla Cecchignola, a Roma, dal generale Paolo Gerometta, direttore generale per il personale militare, e dall’ingenger Gian Carlo Anselmino, direttore generale dell’AID, nel corso di un evento che ha visto la presenza di numerosi dirigenti civili e militari della Difesa, di una folta rappresentanza di personale e di ospiti esterni.
Il progetto contribuirà, grazie alla immediata disponibilità dei documenti dematerializzati e alla piena integrazione e interoperabilità con gli altri sistemi digitali di contesto, a ridurre il peso del sistema burocratico e a garantire una trasparenza sempre più adeguata ai tempi.
Un aspetto di particolare e attuale rilevanza del progetto è costituito dalla qualificazione professionale acquisita dal personale militare volontario in ferma prefissata impiegato nelle attività di dematerializzazione, che potrà costituire una valida opportunità di sbocco occupazionale al termine della ferma contratta, sottolinea la nota stampa.
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Fonte: SEGREDIFESA/DNA
Foto: Difesa