Apr 11, 2016
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Missione della Marina sul Gaeta: ritrovato il Gioberti grazie all’ing Gay e ai suoi strumenti

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Carducci_gioberti_oriani_Pubblico dominio, Wikipedia“Il Regio cacciatorpediniere Vincenzo Gioberti, protagonista durante la Seconda Guerra Mondiale di oltre 200 missioni di guerra, è stato localizzato nei pressi dell’isola del Tino [Portovenere-La Spezia, ndr] a circa 600 metri di profondità dall’ingegner Guido Gay con gli strumenti da lui stesso progettati e installati sul catamarano Daedalus”, ha fatto sapere la Marina Militare con un comunicato stampa del 7 aprile scorso.

Alla missione sul cacciamine Gaeta della Marina Militare hanno partecipato tecnici della soprintendenza archeologia della Liguria e lo stesso scopritore Guido Gay, al fine di acquisire un accurato rilievo sonar e nuove immagini del relitto del cacciatorpediniere Gioberti.

Esplosione_RN_Gioberti_Di anonimo - Storia illustrata n° 190 - settembre 1973, Pubblico dominio, WikipediaL’importante attività di ricerca in altofondale, che da alcuni anni vede impegnati la Marina Militare e il MiBACT, è volta all’individuazione e alla documentazione dei relitti profondi, oltre ad arricchire le conoscenze archeologiche sulle imbarcazioni e i traffici commerciali di età antica, medievale e moderna, e permette la sperimentazione e lo sviluppo di nuovi e innovativi strumenti di indagine subacquea.

Il cacciatorpediniere Gioberti faceva parte della 9^ Squadriglia Cacciatorpediniere con i gemelli della classe “Poeti”: Alfieri, Oriani e Carducci.

Costruito nel cantiere OTO di Livorno, fu varato nel 1936 e consegnato alla Marina l’anno successivo.

Affondato il 9 agosto del 1943, mentre stava scortando la VIII Divisione diretta a Genova, il cacciatorpediniere fu colpito dai quattro siluri lanciati verso le 5 navi da un sommergibile avversario.

La nave si spezzò in due tronconi che affondarono a distanza di decine di metri tra loro. I 171 superstiti furono recuperati da alcuni MAS e da altre unità partite da La Spezia.

Durante il conflitto 1940-43 partecipò a 216 missioni di guerra, fa sapere la Marina nel suo comunicato, tra le quali 12 di ricerca del nemico, culminate nelle battaglie di Punta Stilo, Capo Teulada, Gaudo e Matapan, Prima Sirte, Mezzo giugno e Mezzo agosto.

Il 9 luglio 1940 danneggiò, col tiro del suo cannone, l’incrociatore britannico Neptune, “informazione che fino a questo momento non era ancora stata comunicata” sottolinea il comunicato stampa.

Scortò con successo 60 convogli, ed eseguì 31 missioni di trasporto urgente di truppe e materiali, oltre a bombardamenti controcosta, pose di mine e caccia antisommergibile. Ha percorso complessivamente 74.071 miglia.

Lungo 106,7 metri aveva un apparato motore composto da 3 caldaie a vapore surriscaldato e 2 turbine che potevano spingere la nave fino a una velocità massima di 39 nodi.

Aveva un equipaggio di 173 uomini tra ufficiali, sottufficiali, graduati e comuni, e un armamento di 4 cannoni da 120/50 mm, 2 mitragliere pesanti da 37/54 mm, 8 mitragliere da 20/65 mm e 6 tubi lanciasiluri da 533 mm, in aggiunta a 2 lanciabombe.

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Fonte: Marina Militare

Foto: Wikipedia

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Forze Armate