L’ Associazione Nazionale delle Voloire e la Sezione Savoia Cavalleria di Milano della Associazione Nazionale Arma di Cavalleria hanno stipulato un gemellaggio tra i reggimenti che, nel corso della Seconda Guerra Mondiale, costituivano il Raggruppamento Truppe a Cavallo: Artiglieria a Cavallo, Lancieri di Novara e Savoia Cavalleria.
La cerimonia si è svolta a Palazzo Cusani, a Milano, fa sapere il comunicato stampa del 22 dicembre scorso della Associazione Nazionale Voloire. Il legame tra i tre reggimenti che parteciparono al secondo conflitto mondiale risulta ora ancor più rafforzato.
I reggimenti Artiglieria a Cavallo, Savoia e Novara, cuore della 30^ divisione Celere, nell’estate del 1941 vennero inviati per via ferrata in Ungheria e poi per via ordinaria sul fronte russo, ricorda l’Associazione Voloire. Dopo una marcia di mille chilometri su piste malagevoli, raggiunsero il Dnjepr, dove si schierarono in linea a difesa di un vasto settore. Riusciti a forzare il fiume, combatterono successivamente contro forti retroguardie, raggiungendo Stalino in condizioni ambientali difficilissime. Nonostante il fango che bloccava gli automezzi, i cavalli, pur in questo ambiente e con questo clima, si presero una loro personale rivincita avanzando attraverso vasti territori fino al bacino minerario del Donez.
Nelle operazioni invernali del 1941 – 1942, con il termometro che toccava punte fino a 40-45 gradi sotto zero, reparti di Novara e del gruppo San Giorgio, lasciati i cavalli e i carri, concorsero alla chiusura della sacca di Izyum, aperta dalla controffensiva che i sovietici lanciarono a sud di Charkow, mentre il 20° squadrone Savoia con i cavalli più resistenti tenne un importante collegamento, meritando la nomea di squadrone fantasma.
Durante la primavera con i reggimenti Voloire, Savoia, Novara e il III gruppo San Giorgio si costituì il Raggruppamento a cavallo, che si distaccò dalla divisione partecipando alle operazioni offensive che miravano a raggiungere il Don. In agosto il raggruppamento venne impiegato per concorrere ad arrestare l’attacco dei russi. Gli venne affidata la difesa dell’intervallo tra i pilastri di Jagodnij e di Tschebotarewskij, unitamente al compito di manovrare sui fianchi delle colonne avversarie.
In questi luoghi si assistette quindi a un susseguirsi di azioni che culminarono con l’attacco di squadroni appiedati e cariche e cavallo, a Jagodnij, e con la celebre carica di Jsbuschenskij. Nel corso del conflitto vennero costituiti circa una cinquantina di gruppi autonomi di cavalleria, taluni appiedati, altri mitraglieri, altri ancora corazzati e blindati, preposti alla funzione presidiaria o costiera in Patria e alle operazioni dell’Africa orientale e settentrionale.
Il reggimento Artiglieria a Cavallo, costituito l’8 aprile 1831, rappresenta uno dei reparti più antichi dell’Esercito Italiano ed è alle dipendenze della brigata di Cavalleria Pozzuolo del Friuli.
L’unità è erede e diretta continuatrice delle Batterie a Cavallo, nate dall’esperienza mitteleuropea di Alfonso La Marmora. La rapidità di movimento e di fuoco, la velocità d’azione sul campo di battaglia – equiparata al volo – le fece definire anche “batterie volanti”. Da qui l’affettuoso appellativo di “Voloire” (in dialetto piemontese, appunto “volante”) che oggi rappresenta anche il grido di battaglia del reggimento.
Il reggimento Artiglieria a Cavallo Voloire e il reggimento Lancieri di Novara, dopo aver combattuto eroicamente 70 anni fa sul Fronte Russo, sono stati impegnati nuovamente fianco a fianco nei sei mesi dell’Esposizione Universale. I due Reparti sono stati infatti alla guida delle due Task Force Expo che hanno garantito la sicurezza di Expo e oggi sono delle unità fondamentali per la sicurezza delle città italiane, in particolare le Voloire, che garantiscono ormai da anni la sicurezza della città meneghina.
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Fonte e foto: Associazione Nazionale Voloire