Gli è stato conferito a Parma, sabato 7 novembre, il premio Una vita per la Patria: Simone Careddu, primo maresciallo della brigata Paracadutisti Folgore, originario di Cabras in Sardegna ma veronese di adozione, è rimasto gravemente ferito in Afghanistan il 14 luglio 2009 a seguito di un attentato esplosivo contro il mezzo dell’Esercito Italiano su cui stava rientrando alla base.
Alla cerimonia sono intervenuti la Presidente dell’Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi di Guerra (ANMIG) di Parma, signora Zobeide Spocci, il Presidente di Libertà Parmigiana, il giornalista e scrittore Pino Agnetti, e il comandante regionale dell’Esercito per l’Emilia Romagna, generale Cesare Alimenti.
Quell’esplosione di sei anni fa in Afghanistan, causata da un ordigno nascosto lungo la strada, provocò la morte del primo caporal maggiore Alessandro Di Lisio, originario di Campobasso, e il ferimento di altri due militari italiani. Dopo l’attentato, il maresciallo Careddu ha subito sette interventi chirurgici e ha dovuto affrontare un lungo percorso di riabilitazione nel centro specializzato di Nottwil, in Svizzera.
Nonostante i miglioramenti resi possibili dalla sua eccezionale forza d’animo, il maresciallo ha però perso l’uso di entrambe le gambe e oggi è costretto a spostarsi su una carrozzina. Fa parte della Nazionale Italiana Paralimpica, nelle cui fila si è distinto agli Invictus Games disputatisi nel 2014 (link articoli in calce).
Tre anni dopo l’attentato di cui è rimasto vittima, si è sposato con la signora Tiziana. L’11 ottobre 2011, il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano gli ha conferito la Croce d’Onore “Per le sue straordinarie qualità umane e morali e per avere contribuito a tenere alti gli ideali di Pace e di Solidarietà” (link articolo in calce).
Simone Careddu ha recentemente indossato l’innovativo esoscheletro robotico Ekso all’ospedale Sacro Cuore – Don Calabria di Negrar, nel veronese (link articolo in calce).
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Fonte e foto: CME Emilia Romagna