Si è conclusa venerdì 20 novembre l’esercitazione Silver Sabre, la più importante esercitazione condotta annualmente dalla Forza NATO in Kosovo (Kosovo Force – KFOR) per valutare la propria capacità di risposta immediata a minacce contro la sicurezza e la libertà di movimento per tutta la popolazione del Kosovo, fa sapere la stessa KFOR.
L’imponente edizione di quest’anno, che ha visto operare sul campo oltre 600 militari di 31 nazioni con decine di veicoli blindati ed elicotteri, ha avuto lo scopo di dimostrare l’elevato grado di cooperazione raggiunto da KFOR in supporto alla Missione EULEX dell’Unione Europea e alle Forze di Polizia locali.
Il Comandante di KFOR, generale Guglielmo Luigi Miglietta, ha sottolineato, al termine dell’ evento, come ancora una volta KFOR abbia dato prova di essere una forza pronta, flessibile ed efficace nel suo duplice ruolo di primo garante della sicurezza del Kosovo e di terzo attore nella risposta a turbamenti dell’ordine pubblico.
KFOR, nell’ambito dell’ampio spettro di compiti previsti dal suo mandato, svolge un ruolo chiave quale forza di prevenzione e, qualora necessario, di risoluta risposta al degradamento delle condizioni di sicurezza in Kosovo, in supporto alle istituzioni locali e alla comunità internazionale che vi opera.
Lo stesso segretario generale della NATO, Jens Stoltenberg, in una sua recente visita in Serbia ne aveva rimarcato la longevità, enfatizzandone il ruolo cruciale nel garantire la sicurezza dell’intera regione balcanica e facilitare il dialogo tra Pristina e Belgrado.
L’esercitazione Silver Sabre ha messo in luce un duplice aspetto del successo della missione NATO KFOR, impegnata in Kosovo da oltre quindici anni.
Da un lato, l’elevato grado di preparazione e versatilità dei suoi soldati, addestrati ed equipaggiati per rispondere a minacce e rischi multiformi e capaci di adattare il loro operato alle mutevoli condizioni di impiego tipiche di un teatro operativo complesso come quello kosovaro.
Dall’altro, la sua flessibilità organizzativa, che consente a KFOR di adeguare procedure e strutture organizzative all’evolversi della situazione, garantendo, in ogni condizione, la superiorità informativa, la capacità di comando e controllo e, in definitiva, la tempestività e l’adeguatezza della risposta.
Nel corso dell’esercitazione Silver Sabre sono state valutate, al riguardo, le procedure di rapida immissione e integrazione della riserva operativa della NATO (Operational Reserve Force – ORF) nel dispositivo di KFOR schierato permanentemente sul terreno, forte di circa 5.000 uomini.
KFOR é una forza multinazionale integrata e integrabile, pronta a intervenire in tutto il Kosovo e in Bosnia Erzegovina, qualora la situazione lo richieda, grazie alla sua capillarità sul terreno e alla flessibilità di impiego garantita dal sistema modulare di riserve disponibili.
In Kosovo operano oltre 500 militari italiani, facendo dell’Italia, oggi al comando della missione KFOR, il secondo paese contributore in termini di truppe dopo gli Stati Uniti.
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Fonte e foto: KFOR; KFOR/Perna-De Nicola