Mar 4, 2015
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La brigata italo-francese, strumento ideale per la nuova Nato spearhead force: intervista al gen Panizzi, comandante della Taurinense

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gen Massimo PanizziIl nuovo scenario internazionale che si è delineato negli ultimi anni ha messo in luce crisi emergenti che le autorità politiche francesi e italiane hanno deciso di fronteggiare insieme, unendo la loro expertise militare attraverso una stretta collaborazione tra gli Eserciti delle due nazioni.

Questa idea di un Comando brigata bi-nazionale è sorta più precisamente nel 2009, a seguito dell’incontro di vertice delle autorità politiche francesi e italiane. Nel 2010 il progetto è entrato a far parte dei colloqui bilaterali tra gli stati maggiori con la redazione di una lettera di intenti che ne delineava i punti chiave di sviluppo.

Ma è nel 2011, ovvero quando i rispettivi ministri della Difesa ne hanno firmato gli accordi tecnici, che ha preso forma il concetto di impiego della brigata e sono state definite le fasi per il raggiungimento della capacità operativa del Comando. A seguito di questo importante passo, nel biennio 2012 – 13 è iniziato e si è intensificato l’addestramento congiunto da parte dei reparti delle due brigate, cioè la brigata alpina Taurinense e la 27^ brigata di Fanteria da montagna francese, impegnando Alpini e Chasseurs Alpins in numerose attività bilaterali, operative e di coordinamento e standardizzazione.

Exercice pont transalpin le 10 février 2015.La validazione del Comando brigata italo-francese, basato appunto sulla brigata alpina Taurinense, comandata dal generale Massimo Panizzi, e sulla 27^ brigata di Fanteria da montagna francese, comandata dal generale Hervé Bizeul, è avvenuta nel corso della recente esercitazione Transalpine Bond dello scorso novembre 2014, svolta presso il Comando artiglieria di Bracciano, organizzata e condotta dal Centro Simulazione e Validazione dell’Esercito (CeSiVa). Si è trattato di un’esercitazione per posti comando, sviluppata con l’aiuto di sistemi di simulazione (link articolo in calce).

Général-Hervé-BizeulOmologa certificazione con il posto comando a guida francese è stata ottenuta recentemente in Francia.

Dal punto di vista operativo, il “battesimo del fuoco” per la brigata italo-francese è previsto per il secondo semestre del 2015 quando, nella sua configurazione a guida italiana, verrà impiegata nella missione UNIFIL in Libano, secondo quanto anticipato nella cerimonia di chiusura dei Campionati Sciistici delle Truppe Alpine (CaSTA) 2015, recentemente conclusi in Alto Adige, dall’allora Capo di stato maggiore della Difesa, ammiraglio Luigi Binelli Mantelli.

Il Comando brigata italo-francese (denominato Not Standing Bi-National Brigade Command – NSBNBC) è un’unità mista, non permanente ma prontamente impiegabile. È uno strumento flessibile, CAS.ALP 1°Art (7)mobile, modulare ed espandibile, che può assolvere missioni in ambito Nazioni Unite, NATO e Unione Europea, potendo costituire anche la forza di schieramento iniziale di un contingente più ampio.

Sviluppate sul naturale terreno di impiego delle due unità, ovvero la montagna, i reparti italiani e francesi hanno condiviso, tra le altre attività, ascensioni, raid sciistici, addestramenti alpinistici e competizioni sportive militari in alta montagna.

Paola Casoli ha intervistato il comandante della brigata alpina Taurinense, generale Massimo Panizzi.

Generale Massimo Panizzi, qual è l’ordinamento della brigata italo-francese?

Il Comando Brigata bi-nazionale è uno strumento modulare ed espandibile. Da quest’unità potranno dipendere vari assetti operativi, tra i quali due task force, una italiana e l’altra francese, per un totale di circa 4.000 uomini. La percentuale di personale dell’uno e dell’altro Paese varierà in base alla leadership della specifica missione. Il Comando Brigata bi-nazionale sarà uno strumento adattabile, in grado di condurre l’intero spettro delle missioni possibili, comprese quelle di stabilizzazione di teatri di crisi e le operazioni umanitarie, potendo assolvere anche attività fondamentali quali l’addestramento delle forze di sicurezza locali e la capacità di interagire con le autorità e le popolazioni dei Paesi ospiti.

Può indicare gli obiettivi politici della costituzione della brigata italo-francese?

L’evoluzione recente delle relazioni internazionali, legate al mutare degli scenari di sicurezza, ha portato alcuni Paesi, tra i quali appunto l’Italia e la Francia, a individuare nuove sinergie e forme di collaborazione in tema di Difesa e Sicurezza, per far fronte alle nuove minacce con maggiore efficacia, come ben sottolineato nelle “Linee Guida del Libro Bianco per la sicurezza internazionale e la difesa”. La costituzione del Comando Brigata non permanente italo-francese costituisce un esempio concreto di collaborazione tra forze armate europee e della NATO e può rappresentare un’importante novità, soprattutto considerando la rilevanza di questi due Partner nel contesto della cosiddetta “Europa della Difesa”.

Exercice pont transalpin le 10 février 2015.Quali sono le modalità di impiego operativo e la compatibilità delle stesse con strutture similari già esistenti?

Come dicevo prima, il Comando Brigata bi-nazionale, in quanto unità modulare ed espandibile mista è, dal punto di vista dell’impiego operativo, flessibile e mobile, cioè adattabile all’assolvimento di svariate missioni in ambito Nazioni Unite, NATO ed Unione Europea. Avendo quale riferimento la dottrina NATO e l’inglese come lingua comune, la neonata unità potrà pianificare, condurre e gestire ogni attività operativa in maniera congiunta, anche nel quadro di contingenti multinazionali più ampi.
Quali le aspettative in termini di inserimento dell’unità nell’ambito di operazioni internazionali?
Exercice pont transalpin le 10 février 2015.È proprio nella natura di questo Comando bi-nazionale, nel modo in cui è stato concepito, che esso potrà, come detto, assolvere missioni in ambito Nazioni Unite, NATO ed Unione Europea, in ogni tipologia di scenario, anche in quelli complessi e ad alta intensità. Il Comando bi-nazionale, in ossequio alle decisioni delle autorità politiche, potrà essere impiegato nell’intero spettro delle possibili operazioni che rappresentino un interesse condiviso dai due Paesi.

CAS.ALP 1°Art (1)Dal Wales Summit Nato del settembre 2014 è emersa la necessità di un potenziamento della Nato Response Force (NRF). Nel febbraio 2015 i ministri della Difesa Nato hanno deciso la creazione di una spearhead force in grado di dispiegarsi rapidamente, soprattutto in aree periferiche ai confini della Nato: la VJTF, Very High Readiness Joint Task Force, “la forza giusta, nel posto giusto e al momento giusto” l’ha definita il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg.

Esistono per la brigata italo-francese possibilità di integrazione in un comando della NATO, quale appunto la nuova Very High Readiness Joint Task Force e le già delineate Smaller Joint Operations?

La dottrina NATO, scelta sin dall’inizio quale riferimento per il Comando bi-nazionale, assicura un’integrazione ottimale alle diverse componenti dell’unità, come si è potuto constatare durante le esercitazioni congiunte che hanno previsto la pianificazione e condotta di attività operative assai realistiche, tipiche della complessità degli attuali scenari di crisi, nei quali la NATO è ben addestrata a pianificare interventi.

Può fornire una eventuale valutazione personale, sulla valenza del progetto e sulla ricaduta per la Forza Armata?

Exercice pont transalpin le 10 février 2015.Dal mio punto di vista si è trattato di un’esperienza davvero molto positiva, nonostante all’inizio si potesse pensare che due Brigate di nazionalità diversa potessero incontrare difficoltà di integrazione. Ho visto, fin dal principio, una notevole volontà di cooperare da ambo le parti, anche perché si tratta di due unità “alpine” accomunate da un’esperienza operativa straordinaria. Le comprensibili differenze linguistiche e procedurali sono state brillantemente superate, anche grazie all’elevata motivazione dei partecipanti che hanno creduto fortemente nella validità del progetto. Questa nuova unità può rappresentare davvero un importante passo in avanti verso la messa in comune di risorse specialistiche ed è certamente un concreto esempio di collaborazione tra forze armate europee. Mi sento davvero onorato di aver potuto concludere, quale Comandante della Brigata Alpina Taurinense, questo nuovo progetto che potrà essere foriero di sviluppi importanti.

CAS.ALP 1°Art (2)Articoli correlati:

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La brigata alpina Taurinense in Paola Casoli il Blog

Foto: brigata Taurinense

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Forze Armate