Il comandante del NATO Rapid Deployable Corps-Italy (NRDC-ITA), generale Riccardo Marchiò, ha accolto, nella mattinata del 30 gennaio, per la prima volta dopo aver assunto il Comando, i rappresentanti dei media locali nella caserma Ugo Mara di Solbiate Olona, in provincia di Varese, per una prima media opportunity orientata a rinnovare i già ottimi rapporti di collaborazione e sviluppare nuove iniziative di comunicazione per far conoscere la realtà del comando NATO, che da anni ha instaurato un ottimo rapporto con il territorio che lo ospita.
Il generale Marchiò ha inteso incontrare i giornalisti in un momento particolarmente significativo per il Comando, che, dopo la validazione nazionale ottenuta lo scorso ottobre a Lecce con l’esercitazione Eagle Joker 14 (link articolo in calce), si trova ora impegnato in un percorso addestrativo che il prossimo mese di aprile si concluderà con la qualifica di Joint Task Force HQ (JTFHQ).
Dallo scorso 5 gennaio, infatti, il comando NRDC-ITA è impegnato nell’esercitazione Trident Jaguar 2015, momento finale prima della certificazione conclusiva da parte della NATO che validerà il Comando quale Joint Task Force.
Una volta certificato, il Comando entrerà in stand-by period, da luglio 2015 a giugno 2016, seguendo il turno di prontezza cui partecipano i comandi di alta prontezza operativa (High Readiness Forces, HRFs) che avranno acquisito la medesima capacità.
Paola Casoli il Blog ha intervistato il comandante, generale Marchiò:
In seguito alle recenti dichiarazioni del Supreme Allied Commander Europe (SACEUR), gen Philip M. Breedlove, relative a una postura della Nato più proactive proprio a partire dalle esercitazioni militari, come si colloca questa Trident Jaguar 2015 attualmente in corso in questo comando?
È un evento esercitativo che è successivo alla decisione dell’Alleanza Atlantica di dotarsi di una capcità di comando e controllo in operazioni definite in gergo joint, cioè interforze, ovvero che abbracciano la partecipazione di più Forze Armate – quindi mi riferisco all’Esercito, alla Marina, all’Aeronautica – in aree di possibile crisi.
Per fare questo ovviamente è necessario migliorare o accrescere le capacità di comando, laddove inizialmente erano state create come capacità più orientate alle forze di terra.
Questo è un comando che ha avuto la sua iniziale capacità fino al 2002, ma era essenzialmente un comando terrestre per comandare operazioni di terra.
Questa nuova postura della Nato vuole invece che questi comandi, che hanno una grande capacità di schieramento rapido, appunto, in ossequio al nome che ci siamo dati, possano invece controllare operazioni più complesse.
Ci sono evidenti esperienze già raccolte fino a oggi che hanno visto questa come una grande necessità. E vorrei aggiungere anche un fatto che secondo me è rilevante: non si tratta soltanto della capacità di controllare operazioni complesse sotto il profilo militare, ma è anche la capacità di interagire con tutte le altre componenti che sono presenti nelle aree di crisi e che si trovano a operare in linea integrata insieme alla parte militare. Che spesso è la più evidente e più ingombrante, ma che non è l’unico interprete nelle aree di crisi.
Ora noi ci troviamo nella fase più acuta di questa preparazione. Questa tenda, in cui abbiamo organizzato questo evento oggi [30 gennaio 2015, ndr] è stata in queste settimane teatro di uno sforzo di pianificazione che è stato realizzato da ufficiali, sia nazionali che non, delle varie componenti delle Forze Armate al fine di ipotizzare un intervento, ovviamente in una zona fittizia, che serve a noi come palestra per imparare a fare questo mestiere.
Questa attività terminerà con una fase conclusiva che si terrà in aprile. Quindi avremo la patente di comando operativo a tutti gli effetti e per circa un anno saremo in prontezza per eventuali problemi l’Alleanza dovesse trovarsi ad affrontare.
In questo particolare momento del percorso esercitativo, e dopo la visita del gen John W.Nicholson, comandante dell’Allied Land Command (LANDCOM) di Izmir – che avrà visto un comando cambiato, nell’ambito del suo processo di formazione e trasformazione, rispetto alla visita precedente del suo predecessore gen Hodges – che cosa ha trovato di mutato e qual è stato poi il giudizio nell’ambito di questa progressione dei vostri impegni e della vostra formazione?
La visita del gen Nicholson si è conclusa pochissimi giorni fa (link articolo in calce). Il generale Nicholson ha la possibilità di raccogliere le esperienze e i commenti di tutti i comandi che come questo si stanno cimentando in questo processo di trasformazione, ha la capacità di trasferire le notizie e le informazioni che possono essere di nostra utilità.
Ha trovato una situazione non tanto cambiata ma accresciuta, perchè è un processo naturale: più si prosegue su una strada più si acquisiscono competenza ed esperienza.
E, come accennavo prima, c’è anche la componente esterna a questo comando, quella che noi chiamiamo in gergo augmentees, cioè quel personale che non fa stabilmente parte del comando, ma che in queste occasioni affluisce nella nostra base e concorre con noi a questo sforzo di pianificazione. Parlo sia di ufficiali nazionali che internazionali.
E in questo senso il gen Nicholson ovviamente ha trovato una situazione di perfetta armonia con quelle che sono le aspettative dell’Alleanza nel rispetto del conseguimento dei suoi obiettivi.
Eagle Joker 2014: si conclude l’esercitazione NATO che porta NRDC-ITA alla validazione nazionale (20 ottobre 2014)
NRDC-ITA: il comandante del LANDCOM di Izmir, gen Nicholson, in visita al corpo d’armata (29 gennaio 2015)
NRDC-ITA in Paola Casoli il Blog
Foto: proprie e PAO NRDC-ITA