Il settore militare è sempre più attento all’ambiente civile. Dal summit Nato di Lisbona, che nel 2010 aveva cominciato a sottolineare con forza l’importanza di uno sguardo ad ampio spettro sulla società, il cosiddetto comprehensive approach, l’Alleanza ha fatto proprio in modo sempre più concreto il concetto di coinvolgimento della società civile nell’ambito operativo.
Il Knowledge Development (KD) Day tenutosi ieri, 25 febbraio, nella caserma Ugo Mara di Solbiate Olona, sede del Corpo d’armata di reazione rapida della NATO (NRDC-ITA), dimostra l’attenzione crescente verso gli attori civili. Il KD, o Processo di sviluppo cognitivo, è un procedimento destinato a fornire una completa comprensione della complessità dell’ambiente dove la componente militare è chiamata a operare.
Il KD ha assunto un’enorme importanza negli attuali scenari di crisi proprio perché prende in considerazione aree di interesse diverse da quella militare, per cui risulta fondamentale per la comprensione dell’ambiente in cui le Forze Armate possono essere impiegate.
Benché il KD sia rappresentabile come una sorta di grande database, in realtà esso non esercita attività di intelligence né di information knowledge management. È piuttosto una comprensione olistica e intende fornire un punto di vista dinamico su tutti gli attori civili analizzati nel loro insieme. La sua funzione è inerente alla pianificazione, si sviluppa prima dello scoppio di una crisi ed è importante ai fini di una integrazione degli stakeholder civili con l’attività militare nell’area di intervento.
L’obiettivo del KD è giungere a una piena comprensione situazionale e cognitiva delle aree ove hanno luogo le operazioni, analizzando ogni possibile effetto generato da azioni intraprese negli ambiti indicati, tutti elementi rilevanti per una gestione della crisi.
La componente militare è infatti solo una delle diverse realtà di un ambiente operativo moderno, per cui risulta necessario instaurare un dialogo con tutti gli attori presenti in un’area d’impiego, per riuscire a scambiare informazioni e lavorare insieme in modo coordinato.
Nella conferenza di ieri, a cui sono intervenuti rappresentanti di istituzioni, università e organizzazioni internazionali e non, NRDC-ITA ha inteso indicare il tipo di cooperazione che potrebbe essere intrapresa: dal disaster relief per quanto riguarda la Protezione Civile, alla gestione della crisi nel settore lavorativo in riferimento all’Organizzazione internazionale del lavoro, passando attraverso tutte le varie possibilità di interazione che possono coinvolgere le università, gli istituti e le aziende.
Tutto ciò richiede coerenza strategica dal livello più alto a quello più basso, area, quest’ultima, che il KD intende coinvolgere con tutte le sue peculiarità.
IL KD Day si è tenuto nel contesto dell’esercitazione Eagle Blade 14 attualmente in corso, esercitazione fondamentale nel percorso di riconfigurazione del Comando NRDC-ITA in Joint Task Force Headquarters (JTFHQ). Si tratta, infatti, di un processo che comporta l’acquisizione di maggiori capacità per l’assolvimento di compiti di livello superiore in un’area di crisi, impiegando unità di altre Forze Armate come Marina e Aeronautica Militare, anche di altri paesi della NATO in una sempre più vasta visione interforze.
Al termine di questo processo di trasformazione NRDC-ITA potrà soddisfare i nuovi livelli di ambizione della NATO, confermandosi un’importante risorsa sia per le Forze Armate sia per il territorio in cui è inserito e continuando a contribuire allo sviluppo socio-economico dell’area grazie alla sua principale caratteristica che è la multinazionalità.
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Fonte e foto: NRDC-ITA PAO