Ott 20, 2013
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Il Vangelo politicamente corretto. Ovvero la Giustizia nelle Sacre Scritture

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By Cybergeppetto

In questo giorno in cui si è appena diradato il fumo acre della manifestazione di ieri a Roma, mentre i prodi teppisti della molotov si riposano, in tutte le chiese viene letto il Vangelo secondo Luca, che oggi parla di un giudice che, pur di liberarsi di una rompiscatole, le da ragione in una causa.

La morale è che bisogna insistere nella preghiera con Dio per ottenere la grazia, così come ha fatto l’importuna donna col giudice “che non temeva Dio, né aveva riguardo per alcuno”.

Proviamo a metterci nei panni di un benpensante di ritorno dalla TV, il classico opinionista rubato al salotto, catapultiamolo sul pulpito, riordinando le sue idee alla luce delle chiacchiere senza fine dei nostri tempi: sarebbe presumibilmente piuttosto duro con l’evangelista. Leggiamo la sua predica!

“Il Vangelo è un libro molto vecchio, che ne sapevano Matteo, Luca, Giovanni e Marco della nostra Giustizia? Nulla, meno male che ci pensarono i romani ad applicare la legge Gozzini a Barabba e lo scarcerarono.

L’evangelista Luca farebbe bene a imparare l’importanza dell’indipendenza della Magistratura, che, dai tempi di Gesù a quelli nostri, è molto cambiata. Una volta i giudici erano inflessibili nel condannare il colpevole, oggi, invece, sono sempre inflessibili ma lo scarcerano subito dopo il processo, l’unica differenza è che ai tempi di Gesù i processi erano ragionevolmente brevi.

Indicare un giudice come immorale è uno scivolone che non ci saremmo aspettati né dal Padre, né dal Figlio, né, tantomeno, dallo Spirito Santo. Luca si deve ritenere fortunato se il CSM non apre una pratica “a tutela” dell’onorabilità della Magistratura.

Evidentemente gli evangelisti, che tanto parlano di giustizia divina, non sanno quanto sia importante l’obbligatorietà dell’azione penale, cioè quella cosa per cui i processi si devono fare per forza, anche se non porteranno dentro nessuno, ammesso che si riesca a farli.

Il giudice dei giorni nostri, novello Cincinnato, tra un incarico extragiudiziale e una parentesi in politica, è il vero moralizzatore della nostra epoca immorale, mentre Gesù, come Berlusconi, è un delinquente condannato con sentenza passata in giudicato.

I giudici benpensanti di oggi, tra un un convegno di studi per indicare la “via giudiziaria al socialismo” e una manifestazione per la Costituzione, sono i veri apostoli delle masse operaie. Uomini così integerrimi non si sognerebbero mai di dare ragione a un postulante importuno, foss’anche un operaio della CGIL di Pomigliano d’Arco.

I magistrati educati alla cultura dominante, quella che ti parla della sua “superiorità morale”, sono una risorsa per il Paese, ne abbiamo visti molti andare in Parlamento, anche se, forse, non sono riusciti a cambiare più di tanto la situazione.

Come non plaudire a quelli che si sono messi a scrivere romanzi di successo? Evidentemente sono così bravi da scrivere velocemente le motivazioni delle sentenze che poi gli rimane tempo per fare altro.

Come non essere contenti di quei magistrati che vanno in televisione per giocare al diritto nei programmi tipo Forum, si tratta di veri e propri “evangelizzatori del diritto” ad uso delle masse incolte, e che nessuno s’azzardi a dire che si tratta di programmi nati per soddisfare l’innata tensione alla “lite temeraria” degli italiani.

Insomma, Luca non può banalizzare la figura del magistrato senza aspettarsi una reazione vibrata e perentoria dell’associazione nazionale magistrati.

Io, intanto, un avviso di garanzia ai parroci italiani, tanto per mettere i puntini sulle “i”, incomincerei a mandarglielo.”

Cybergeppetto

p.s. XXIX Domenica del tempo ordinario

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù diceva ai suoi discepoli una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai:
«In una città viveva un giudice, che non temeva Dio né aveva riguardo per alcuno. In quella città c’era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: “Fammi giustizia contro il mio avversario”.
Per un po’ di tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: “Anche se non temo Dio e non ho riguardo per alcuno, dato che questa vedova mi dà tanto fastidio, le farò giustizia perché non venga continuamente a importunarmi”».
E il Signore soggiunse: «Ascoltate ciò che dice il giudice disonesto. E Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui? Li farà forse aspettare a lungo? Io vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?».

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Inchiostro antipatico