Capitolo 1.2.1 della tesi “Gli interessi statunitensi in Asia Centrale: storia recente e partnership NATO” (L.Susic)
1.2.1 L’Acqua
Si tratta della risorsa che più di tutte influenza gli stili di vita, l’economia e l’organizzazione sociale delle popolazioni locali. Sin dall’antichità la possibilità di avere regolare accesso alle fonti idriche è stata l’elemento chiave dello sviluppo sociale dei gruppi autoctoni: nelle zone desertiche o semidesertiche le relazioni umane non riuscivano ad avere forme stabili e maggiormente complesse, pertanto la struttura tribale prevalse. Si sviluppò così una tecnologia della mobilità, che permetteva agli allevatori di spostarsi celermente alla ricerca di pascoli ed acqua.
Queste migrazioni, quasi sempre dirette verso ovest al fine di evitare l’instabilità climatica degli altipiani mongoli, portavano i clan a scontrarsi con le civiltà sedentarie, che venivano spesso sottomesse, anche se solo per brevi periodi, poiché i legami fra tribù erano estremamente instabili e inadatti alla creazione di entità statuali resistenti. Avversari dei nomadi erano gli abitanti delle cosiddette civiltà delle oasi, centri urbani dediti al commercio e all’agricoltura che si andavano diffondendo in zone particolarmente favorevoli. La necessità di regolamentare l’accesso all’acqua favorì lo sviluppo delle strutture centralizzate di potere dominate da un’élite di proprietari capi, la cui eredità è ancora radicata nella cultura locale.
In epoca contemporanea, invece, la grande crescita demografica ed industriale ha aumentato la storica dipendenza dai fiumi Syr Darya e Amu Darya, i due principali immissari del lago d’Aral, anche grazie all’enorme potenziale idroelettrico che essi garantiscono38 [stimato in oltre 34.5 GW]. Quindi, a distanza di secoli, il controllo delle risorse idriche è nuovamente oggetto di contesa tra le varie repubbliche ex-sovietiche, che non esitano a lanciarsi pesanti accuse di uso indebito delle stesse. La politica di sfruttamento dei bacini del Turkestan per la coltivazione del cotone, portata avanti dall’Impero Zarista prima e dall’URSS poi, ha prodotto effetti disastrosi. Dal 1961 ad oggi la condizione si è ulteriormente aggravata: riduzione dell’acqua trasportata dagli immissari dell’Aral, aumento dell’aridità e della salinità, diminuzione della profondità media sono tutti elementi che rendono più difficile la gestione del lago. Questi causano ingenti danni alle popolazioni locali e all’economia, come riportato dal sito del Central Asia Regional Water Information Base Project (CAREWIB), secondo cui “All these effects have resulted in economic losses amounting to US$115 million and social losses estimated in the amount of US$28.8 million annually”.
È per tali ragioni, quindi, che la tensione intorno all’uso dell’oro blu è aumentata nel corso degli ultimi anni ed è sfociata nelle minacce lanciate dal Presidente Uzbeko Islam Karimov contro i Tajiki, che progettano di costruire una diga lungo il Rogun, un affluente dell’ Amu Darya, e contro i Kyrgyzi che intendono realizzare un progetto simile sul Syr Darya. Gli elevati investimenti richiesti sembrano rendere tuttora impossibile lo sviluppo di questi progetti che, qualora fossero terminati, metterebbero fine alla carenza energetica endemica delle due repubbliche e permetterebbero di iniziare un proficuo export di elettricità, sia pure a danno degli Stati confinanti.
La crescente “fame” di acqua ha indotto gli USA a concentrarsi maggiormente sulla questione, considerati soprattutto i problemi che una controversia fra repubbliche sorelle dell’Asia Centrale potrebbe causare agli interessi Americani in quello che è il confine profondo dell’Afghanistan. Come si può leggere nel documento redatto il 22/01/2011 a termine dei lavori del Committee on Foreign Affairs del Senato USA, la commissione esprimeva preoccupazione per il fatto che
“We [gli Stati Uniti] pay too little attention to the waters shared by their Indian and Central Asian neighbors—Uzbekistan, Tajikistan, Kazakhstan, Kyrgyzstan, and Turkmenistan. For example, in 2009 the United States provided approximately $46.8 million in assistance for water-related activities to Afghanistan and Pakistan compared with $3.7 million shared among all five Central Asian countries for these effort”.
Nonostante il chiaro input, inteso ad orientare la politica estera in loco in maniera tale da rispettare prima di tutto questa risorsa fondamentale, la strategia governativa USA non è mutata in maniera incisiva.
Luca Susic
Seguirà 1.2.2 Petrolio e gas
Il post precedente è al link Gli interessi statunitensi in Asia Centrale: storia recente e partnership NATO, L.Susic/3
Foto: One Steppe at a Time