Era arrivata il 4 settembre scorso, cinque giorni fa, la Bandiera di Guerra del 183° reggimento paracadutisti Nembo. Oggi, 9 settembre, nella Forward Operating Base (FOB) La Marmora di Shindand, ha avuto luogo la cerimonia di avvicendamento alla guida della Transition Support Unit – Center (TSU-C) tra il 7° reggimento alpini di Belluno e il 183° reggimento paracadutisti Nembo di Pistoia.
Con una sobria e significativa cerimonia, il colonnello Stefano Mega, comandante del 7° reggimento alpini di Belluno, ha passato il testimone al collega Franco Merlino, comandante del 183° reggimento paracadutisti Nembo.
In un momento delicato, quale è quello attuale di transizione della missione ISAF, molteplici sono stati gli incontri dei militari della TSU-C con le autorità politiche locali e con gli anziani dei villaggi allo scopo di supportare le Afghan National Security Forces (ANSF, forze di sicurezza afgane) e per garantire le condizioni di sicurezza dell’intera provincia di Herat, che è la più estesa dell’intera regione ovest del Paese.
In tale contesto, gli uomini e donne guidati dal colonnello Mega hanno pianificato e condotto, assieme ai colleghi afgani di esercito e polizia che operano nella provincia di Herat, numerose attività operative di sicurezza: 47 interventi di rimozione e bonifica d’ingenti quantitativi di Improvised Explosive Device (IED), 550 pattugliamenti, di cui più di 300 per il controllo della Highway 1 (la statale che collega tutte le maggiori città dell’Afghanistan e la cui percorribilità è di vitale importanza per la sicurezza dell’intera provincia), spingendosi ai limiti della propria area di responsabilità fino ai posti di frontiera di Islam Qala e Towraghondi.
Questi sono solo alcuni dei dati forniti dal Regional Command-West (RC-W) di ISAF, che ha la responsabilità della regione occidentale dell’Afghanistan. Tali numeri rappresentano appieno l’intensità delle operazioni che ha visto impegnati negli ultimi sei mesi gli alpini del 7° e delle altre unità inserite nella TSU-C.
Tra le attività militari in supporto alle ANSF, che dal 18 giugno scorso hanno assunto la piena responsabilità nella pianificazione e condotta delle stesse, la TSU-C ha portato a termine con successo molteplici operazioni. Tra tutte, meritano in particolare di essere ricordate la Guardian Knot, preceduta da un’intensa fase di pianificazione congiunta con unità dell’Afgan National Army (ANA) e dell’Afghan National Civil Order Police (ANCOP), finalizzata al miglioramento delle condizioni generali di sicurezza della popolazione del distretto di Adraskan; l’operazione Deep Impact, finalizzata al controllo di alcuni karez (il sistema idrico di Turfan) ove fonti di intelligence indicavano la presenza di alcuni razzi degli estremisti pronti per essere lanciati contro la base aerea di Shindand. Infine l’operazione Piadarow Darost, condotta nel distretto di Obeh (uno dei più remoti della provincia di Herat) per garantire la libertà di movimento lungo i principali itinerari dello stesso.
Sul fronte del supporto alla popolazione locale, numerose sono state le attività di cooperazione civile-militare (CIMIC), anch’esse condotte sempre al fianco dei colleghi afgani. In tale contesto vanno sicuramente ricordate la recente inaugurazione della clinica pubblica di Shindand, che garantirà l’accesso alle cure mediche alla popolazione di più di 60 villaggi dell’omonimo distretto, e l’inaugurazione del campo sportivo del villaggio di Mongolan-e-Now, simbolo dello sport quale momento di aggregazione e abbattimento di ogni barriera.
Al termine dell’odierna cerimonia, la Bandiera di Guerra e gli uomini e le donne del 7° alpini hanno lasciato l’area di Shindand. Nei prossimi giorni, infatti, il reggimento farà ritorno in Italia.
La TSU-C è l’unità di manovra del contingente militare italiano di stanza nell’ovest dell’Afghanistan che, nell’attuale fase del processo di transizione, si occupa di fornire supporto e assistenza alle ANSF per garantire la sicurezza della provincia di Herat.
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Fonte: RC-W
Foto: RC-W