Lug 15, 2013
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Marò, chi ve l’ha fatto fare…

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Lettera aperta ai nostri fucilieri di Marina illegalmente detenuti in India

By Cybergeppetto

Cari ragazzi, ci sono tanti italiani che hanno stima per i militari, anche se non sono forse tantissimi e nemmeno la maggioranza, ed è quindi ben comprensibile il fatto che il mestiere delle armi vi sia piaciuto. Ci sono però delle cose sulle quali è bene che voi, e con voi tutti i militari italiani, riflettiate attentamente perché il gruppo di quelli che hanno i militari in uggia è folto e articolato.

Il giuramento che avete sottoscritto vi lega indissolubilmente alla repubblica, questo non vi deve far pensare che la repubblica sarà fedele a voi nella stessa misura. La fedeltà è un sentimento biunivoco, ma non in Italia, la vicenda di cui voi siete protagonisti è la peggiore delle conferme. Non dimenticate che la Patria è già morta una volta, in quel famoso 8 settembre, e che potrebbe morire di nuovo se non si cambierà modo di concepirla, non bastano i militari a difenderla se ci sono dei cittadini che in essa non credono.

Vi deve anche essere chiaro che da noi è largamente diffuso un atteggiamento antimilitarista che vi considera come degli individui del tutto negativi, l’elenco è lungo e dentro ci sono un sacco di maître a penser, opinionisti, ideologi, preti o prelati cattocomunisti, teppisti e provocatori politici. Fatevene una ragione, tutta questa gente passa le proprie giornate a parlare di quanto cattivi siano i militari. Il giuramento non vi salverà dagli sputi che, spesso, vi pioveranno addosso.

Non pensiate che le leggi internazionali e quelle nazionali che vi riguardano siano a vostra protezione, avete visto da voi che Finmeccanica è più importante della vostra libertà e del “Diritto di Bandiera”, anche se internazionalmente riconosciuto. Non illudetevi, nessun carrozzone di Stato è disposto a sacrificarsi per voi e per i vostri colleghi in divisa. Se ci sono affari da fare a Kochi, potete tranquillamente morire nelle patrie galere indiane, o finire, quando va bene, davanti al procuratore militare, in Italia continueranno a fare i talk show sull’IMU o sull’articolo 18 dello statuto dei lavoratori. Sui social network troverete anche quelli che vi prendono in giro o v’insultano apertamente, sono troppo occupati a crogiolarsi nel loro delirio ideologico per rendersi conto del fatto che oggi la dignità dell’Italia può solo vestire la vostra divisa o rimanere nuda.

Sì, lo sappiamo, avente fatto tante missioni, in Patria e all’estero, ma questo non significa nulla, l’armatore che ha chiesto le vostra presenza a bordo per avere sicurezza non ha esitato un attimo a scaricarvi al vostro destino nel porto dove altri italiani fanno affari. Tenete anche ben presente che, a tutt’oggi, nessuno ha mosso la benché minima contestazione a quella compagnia di navigazione, la Compagnia Fratelli d’Amato, che in passato ha tanto strepitato perché lo Stato italiano la cacciasse fuori dai guai in occasione di un sequestro di una propria nave.

In questi tempi di “spending review” qualcuno potrebbe incominciare a lamentarsi del vostro trattamento di missione, qualche burocrate potrebbe dire che siete assenti arbitrari, ve la ricordate la storia di Bellini e Cocciolone che qualcuno sosteneva essere “disertori”? Sappiate che si passa subito dallo scherzo alla tragedia…

Io ho la massima stima di voi, come di tutti i militari che fanno con onore il loro mestiere, ma devo chiedervi chi ve l’ha fatto fare a fare i militari in Italia, ci sono troppe cose storte e troppi bocconi amari da mandar giù…

Cybergeppetto

p.s. Citiamo dal telegiornale che uscirà tra qualche mese “Nell’ambito dei provvedimenti per il riordino della giustizia italiana e al fine rendere più celeri i processi, si è disposto che, stante l’esperienza fatta dai nostri Marò in India, i giudici indossino un turbante per assimilare la metodologia indiana di svolgimento d’indagini e processi…”

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Inchiostro antipatico