Mancano una quindicina di giorni al Natale 1963 quando il generale Alberto Mosca dirama questa sua “personale n.16” intitolata, appunto, “Auguri natalizi”.
Il comandante suggerisce di evitare l’annuale scambio di biglietti augurali “fatti nei più disparati modi”, con il conseguente superlavoro di segreterie e addetti interessati.
“Ma guardiamoci negli occhi”, ammonisce il generale Mosca, “sarà il 2 o al massimo il 5 per cento” la percentuale di auguri davvero sinceri tra tutti quelli inviati. “Beato chi può vantare percentuali maggiori. Per me, lo so, non si va oltre tali cifre”.
E mette le mani avanti, il comandante. Pensando a qualche anno più in là, precisamente il 1972, quando lascerà il servizio attivo per andare in pensione: in quel momento gli verrà a mancare quel 95 o 98% di auguri a cui ha fatto riferimento sopra. Ne resterebbe amareggiato, pensa e scrive, quindi meglio adottare da subito la linea dell’essenzialità: “semplicemente, sinceramente”.
Il carteggio del generale Alberto Mosca in Paola Casoli il Blog
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