Giu 6, 2013
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Il CaSME gen Graziano alle commissioni riunite Difesa di Senato e Camera: sulla riduzione di personale e retribuzioni “necessario sostenere livello motivazionale”. Estratto dell’intervento

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Riceviamo dallo stato maggiore dell’Esercito e pubblichiamo un estratto dell’intervento di ieri, 5 giugno, del Capo di stato maggiore (CaSME), generale Claudio Graziano, alle commissioni riunite Difesa di Senato e Camera.

La riorganizzazione comporterà una riduzione del personale militare pari a circa il 20% dell’organico attuale, come era stato definito con il cosiddetto “modello professionale” del 2001, che prevedeva, per l’Esercito, una forza autorizzata di 112.000 uomini: tale consistenza dovrà scendere a meno di 90.000 unità entro il 2024. Un processo che comprende, inoltre, una riduzione del 30% dei dirigenti e delle strutture, da conseguire entro il 2018, ed un decremento del personale civile, che, nell’Esercito, conta attualmente circa 9.800 unità, per arrivare ad una consistenza pari a 6.800 nel 2024.

La Legge 244/2012, prevede per le Forze Armate (FA) un volume organico complessivo di 150.000 militari e 20.000 dipendenti civili. Per l’Esercito, si prevede una forza di circa 90.000 militari e 6.800 civili. Tali volumi organici rappresentano il minimo indispensabile per garantire il mantenimento degli attuali impegni operativi. E’ importante il numero dei militari ma anche a quello dei civili, una componente che, negli altri eserciti europei, ha dimensioni di gran lunga superiori. Inoltre va considerato che la re-internalizzazione di taluni servizi, per mancanza di risorse dedicate, imporrà di ricorrere al personale militare, distogliendolo dagli incarichi prettamente operativi e, quindi, rendendo non pienamente impiegabile per fini istituzionali la totalità delle forze.

In merito alla possibilità di estendere all’anno 2014 il blocco delle retribuzioni e dei contratti anche al personale militare – pur comprendendo la finalità di reperire risorse necessarie al miglioramento dei saldi di finanza pubblica, il generale Graziano ha rappresentato alle commissioni “l’aspettativa forte del personale affinché, nelle opportune sedi, si tenga conto della specificità del comparto. Le Forze Armate si basano su un sistema gerarchico-funzionale nell’ambito del quale le progressioni di carriera e le anzianità di servizio sono componenti essenziali e imprescindibili degli assetti organizzativi, a cui devono essere associate crescenti responsabilità e correlate retribuzioni. A titolo di esempio – ha concluso il generale – le penalizzazioni subite vanno da un minimo del 15%, per un Soldato o un Caporale Maggiore Capo o un Maresciallo Capo promossi al grado superiore, al 30%, circa 560 euro mensili netti per un Capitano che raggiunge 15 anni di anzianità da Ufficiale e, in particolari casi, anche al 40% della retribuzione percepita”.

“Si tratta di una situazione vissuta con dignità e compostezza dai nostri militari, ma che merita una rapida soluzione per sostenere il necessario livello motivazionale del personale”.

Trent’anni di missioni all’estero hanno reso l’Esercito Italiano uno strumento efficiente e in grado di operare alla pari con ogni altro esercito occidentale, confermando la rilevanza delle forze operative terrestri. Tale livello di professionalità, faticosamente conseguito, non va disperso ma valorizzato.

Il processo di revisione ci fornirà le capacità operative idonee a fronteggiare le sfide future ma richiederà di dedicare ogni possibile attenzione al prioritario settore del Personale, attraverso misure intese a salvaguardare la specificità della condizione militare, che – come già ricordato dal Capo di stato maggiore della Difesa (ammiraglio Luigi Binelli Mantelli, ndr) nella sua audizione – tenga conto degli obblighi, dei vincoli e delle limitazioni di libertà imposte dall’appartenenza alle Forze Armate. Uguale importanza merita il personale civile della Difesa, impegnato in funzioni vitali a sostegno della componente operativa.

Ogni singolo provvedimento discendente dal piano di revisione è, in tal senso, il frutto di uno studio e di un sforzo concettuale dettagliato e minuzioso – talora anche sofferto – durante il quale sono stati valutati ed analizzati tutti i fattori in gioco che ho citato nel mio intervento e che assumono valenze e pesi ponderali diversi a seconda delle differenti situazioni contingenti in cui si trova l’Ente o il Reparto oggetto di studio.

In tema di specificità della condizione militare e operatività del personale della FA il generale ha aggiunto che:

“L’introduzione di una norma che elevasse i requisiti d’accesso alla pensione, introducendo penalizzazioni per ogni anno di anticipo, scoraggerebbe inevitabilmente il collocamento in quiescenza a domanda e, pertanto, comporterebbe un immediato invecchiamento del sistema. Il che significherebbe un allungamento consistente del periodo transitorio e una ulteriore riduzione del personale più giovane, con gravi ripercussioni sulla operatività dell’intero Strumento terrestre. È, pertanto, da auspicare, per il personale militare, il mantenimento del requisito del periodo contributivo, senza applicare penalizzazioni economiche per il collocamento in quiescenza prima dei limiti d’età fissati per il personale della Pubblica Amministrazione”.

Il personale rappresenta la componente essenziale e più delicata, su cui si deve maggiormente investire a livello Forze Armate e, soprattutto, a livello Esercito, partendo da idonei processi selettivi e di reclutamento. La componente terrestre, infatti, proprio per la sua peculiarità d’impiego, nonostante gli indubbi progressi resi possibili dall’evoluzione tecnologica, necessita comunque di una componente umana che, oltre ad essere portatrice di quei valori etici – spirito di servizio, abnegazione, onestà, servizio alla collettività – caratteristici della condizione militare, possieda capacità psico-fisiche tali da permettergli di operare sul terreno per periodi prolungati in condizioni climatiche, ambientali ed operative anche estreme.

Un aspetto di fondamentale importanza in termini di salvaguardia dell’operatività e sicurezza del personale – aspetti indissolubilmente collegati – è rappresentato dall’addestramento e dalla formazione del singolo militare e delle unità, a cui è pertanto necessario dedicare adeguate risorse, pena l’inefficienza e, quindi, l’inutilità della Forza Armata.

Oggi – e ancor di più in futuro – stiamo dando forte impulso ai progetti di simulazione e addestramento virtuali: si tratta, comunque, di soluzioni che potranno trovare piena applicazione solo nel medio periodo e, comunque, permetteranno di integrare e migliorare le attività addestrative reali, ma non potranno mai consentire di surrogarle. La disponibilità di poligoni ed aree addestrative, e quindi la possibilità di ridurre i costi di esercizio, è uno dei principali parametri della riorganizzazione in atto.

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Fonte: stato maggiore Esercito

Foto: stato maggiore Esercito

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Forze Armate