La brigata Paracadutisti Folgore è tornata torna ad avere la sua componente “fuoco”, nel corso di una cerimonia “sobria nella forma, ma solenne nella sostanza”, come si usa dire nell’Esercito.
Il reggimento Acquisizione Obiettivi (RAO) ha ceduto al ricostituito reggimento Artiglieria Paracadutisti (ARTIPAR) la bandiera di guerra che per cinquant’anni è stata custodita a Livorno, nella caserma Pisacane.
Il RAO ha acquisito un nuovo vessillo proveniente dal Vittoriano, la bandiera di guerra del 185° reggimento Fanteria Paracadutisti Nembo.
Le due bandiere sono arrivate sulla zona di lancio Carla come si conviene a due vessilli del genere, dal cielo, insieme ai Comandanti, agli alfieri e ai sottufficiali di scorta.
I due “centottantacinquesimi” prendono strade diverse, anche se hanno una storia comune che li lega:
- il 185° ARTIPAR, ricostituito in Bracciano, torna a dare il supporto di fuoco alla brigata Paracadutisti Folgore;
- il RAO prosegue la sua avventura di reparto per operazioni speciali confluendo in un Comando di Grande Unità di nuova costituzione che raggrupperà tra breve le FOS (Forze per Operazioni Speciali).
Questo provvedimento ha il merito di riportare l’artiglieria alla sua missione più genuina, quella del fuoco nelle fasi più dinamiche e a elevato attrito del combattimento, quelle che ora si chiamano kinetic operations. Bisogna anche considerare il fatto che le FOS diventano un’area più omogenea e nella quale sarà possibile sviluppare una migliore gestione del capitale umano e un addestramento comune.
Tutto questo non si otterrà con uno schioccar di dita, ma sarà un lungo processo durante il quale tanto sudore verrà versato, così come prescrive un vecchio motto, “più sudore, meno sangue”.
Fonti proprie.