Mar 10, 2013
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Come cozze agli scogli

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By Vincenzo Ciaraffa

Le dimissioni del papa causate – almeno ufficialmente – dagli acciacchi della vecchiaia, il rifiuto del Presidente della Repubblica dell’ipotesi di un secondo mandato motivato con un «Debbo fare i conti con la carta d’identità», aprono scenari impensabili nella gestione del potere.

Dopo questi due accadimenti, infatti, non vedo un futuro tranquillo per coloro che, benché siano coetanei dell’ex papa e di Giorgio Napolitano, restano attaccati alle loro poltrone come le cozze agli scogli escludendo, di fatto, i giovani da incarichi di rilievo in molti campi.

Dopo le dimissioni e il rifiuto dei due ottuagenari al vertice dello Stato laico e dello Stato cattolico credo che niente sarà più come prima in Italia, perché ora i giovani potranno agitare illustri precedenti per pretendere, ad alta voce, che i bacucchi della politica, delle università e della finanza se ne vadano, finalmente, a leggere il giornale al parco.

Sono pronto a scommettere, però, che quest’evenienza farà venire “il complesso di Tris” ai tantissimi vecchi del potere, alcuni addirittura più vecchi del papa e di Napolitano.

Complesso di Tris? No, non è una teoria psicoanalitica e Freud non c’entra niente … se avete un po’ di pazienza, vi spiego di cosa si tratta.

Ormai vecchissimo per la sua specie perché veleggiava verso i sedici anni, fino a poco tempo fa mi girava per casa un cagnetto d’indefinibile razza a nome Tristano e che i miei figli avevano abbreviato in Tris. Ebbene, benché io sia nato e cresciuto in campagna e in una famiglia amante degli animali, non avevo mai conosciuto un cane più indolente, disincantato e diffidente di Tris che, probabilmente, aveva intuito istintivamente che gli esseri umani vanno presi con le molle.

Col sopraggiungere della vecchiaia (i sedici anni di un cane equivalgono ai centodieci di un uomo) la sua salute e il carattere peggiorarono, ma la cosa che maggiormente ci preoccupava tutti era che egli mangiava sempre di meno e siccome neppure il veterinario ci aveva dato molte speranze sulla sua permanenza su questa terra, in famiglia c’eravamo acconciati all’idea della prossima fine di Tris.

Poi, tutto cambiò da un giorno all’altro! Era successo che dalla Spagna l’ultima delle mie figlie aveva portato in Italia un bel barboncino marrone, a nome Pepe, e me lo aveva subito scaricato con la premessa/promessa di ogni figlio che porta un animale a casa dei genitori: «Provvederò io a lui…». Sta di fatto che Pepe rimase per sempre a casa mia e a lui dovemmo provvedere io e mia moglie!

La cosa, peraltro, non fu sempre semplice perché il barboncino aveva una “personalità” opposta a quelli di Tris e, in più, era un grande mangione tant’è che, dopo aver svuotato la propria ciotola, tentava puntualmente di ripulire anche quella del grande, irascibile vecchio a quattro zampe. Piuttosto sconcertati, da quel momento assistemmo alla palingenesi di Tris che, pur di non lasciare una briciola nella ciotola per il suo giovane competitore, incominciò a mangiare anche lui a crepapancia. Prese anche a correre (lui che prima si muoveva come un bradipo!) per tutta la casa e ad essere perfino più lesto di Pepe nell’agguantare qualche bocconcino che mia moglie lanciava loro mentre cucinava.

Non vi dico il suo abbaiare e i ringhi se il barboncino spagnolo osava salire sulla sua poltrona preferita che poi era la mia. Insomma, per non cedere il ruolo di capobranco al più giovane, Tris prese a comportarsi come un cucciolone, sicché da vecchio e malandato che era si trasformò in una specie di saltellante fringuello.

Ritornando alla politica, ora succederà che, per non apparire vecchi e, quindi, soggiacere al contagioso esempio del papa e di Napolitano, i capoccioni stagionati delle istituzioni si faranno prendere dal “complesso di Tris”.

Come dire che inizierà la corsa all’implementazione e alla tinta dei capelli bianchi, ai lifting, a costose cure dimagranti, alle palestre vip, e all’esibizione in pubblico di accompagnatrici giovanissime. Oddio, un vecchio di potere affetto dal “complesso di Tris” in Italia lo abbiamo già, anche se egli, a furia di fare tiratissimi lifting, non può neppure starnutire con gusto: sennò si sbraca tutto!

Esattamente ciò che succederà all’Italia se i finti giovani non si decidano a lasciare il posto ai finti adolescenti. E si badi che non sono un propugnatore dell’assunto che essere giovane sia assoluta garanzia di capacità, ma non possiamo, e non dobbiamo, stravolgere il corso della storia e della natura: il successo della specie umana sulla terra fonda sul ricambio generazionale, sulla foglia rinsecchita che lascia il posto a quella verde per, poi, cadere sulla terra e concimarla o, se vogliamo, sul vecchio che sa divenire fertilizzante del nuovo. Probabilmente, sono soltanto un giusnaturalista romantico. «E minchione!», mi abbaia lo sgamato Tris dal paradiso canino.

Vincenzo Ciaraffa

Foto: natura.fotoblog.it

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