By Cybergeppetto
Il Sito della compagnia di navigazione “Fratelli D’Amato” (http://www.fratellidamato.com) è tutto bianco e con una bandiera blu con il logo della compagnia, con grandi navi che solcano un mare placido, infonde serenità.
In questi giorni in cui Cipro affonda, la borsa è sulle montagne russe, il ministro degli esteri si dimette, i grillini dicono che il governo non serve, chissà dove avranno preso la loro tranquillità di vecchi lupi di mare coloro che hanno consegnato i Marò agli indiani.
Ce li immaginiamo sul ponte della petroliera “Enrica Lexie” a fumare la pipa con un’ancora tatuata sull’avambraccio. Sono passati i tempi in cui chiedevano a gran voce la scorta per la loro sicurezza, ora hanno l’aplomb molto british del “First Sea Lord”, il primo lord del mare.
Loro sono tranquilli, la confusione non li coinvolge, il loro sito non è interattivo, così da evitare che diventi un blog dove gli italiani possano postare i loro commenti sul casino che hanno combinato.
Il sito è pieno di stupende foto e auliche descrizioni della bontà del loro lavoro, ma non cercate il numero di telefono dell’Ufficio stampa, lo devono aver messo in un sommergibile.
Nel frattempo ammiriamo le foto di testa in cui compaiono delle massime di saggezza marinara tipo “Non c’è vento favorevole per il marinaio che non sa dove andare”. Si tratta di un bell’esercizio di autoironia, evidentemente quando gli è stato detto d’andare nella trappola di Kochi, in India, li deve aver sospinti uno zefiro dolce e carezzevole. Non possiamo che applaudire alla grazia con la quale evitano di prendersi sul serio.
Un’altra massima che si legge sovraimpressa alle foto di navi che si stagliano sull’oceano blu dice :”Pochi sono coloro che possono dare del tu al mare, e quei pochi non lo fanno”. Si vede che alla Compagnia D’Amato sono dei tipi riservati, sarà per questo che si guardano bene di dare del tu ai giornalisti, anzi, nemmeno del lei. Sul sito parlano di tante attività di trasporto marittimo di superficie, nella realtà della vicenda dei Marò fanno i palombari dall’anno scorso.
Gli va meglio a loro che al Ministro della Difesa, che era sommergibilista, ma che ora è emerso da tempo. E mentre il Ministro si commuove a Napoli, loro, che sono lì vicino, placidi e tranquilli fischiettano sulla tolda della “Lexie” o della “Caylin”, nave quest’ultima per la quale tanto strepitarono quando finì in mano ai pirati.
“Una bussola non dispensa dal remare” leggiamo tra il comparire e lo scomparire delle foto, evidentemente la loro bussola segna sempre la direzione opposta a quella dei problemi nei i quali ci hanno messo con gli indiani, ed in quella direzione remano con tranquillità, ma con decisione.
Bisogna ammetterlo, almeno da quando hanno scaricato i loro guai sulla collettività, alla compagnia di navigazione della “Lexie” sono diventati saggi e di poche parole, tutti dediti alla prosopopea marinara.
Mi sento di suggerire loro l’adattamento di un proverbio altrettanto noto, “chi va per quel mare, al governo quei pesci fa pigliare…”
Cybergeppetto
p.s. Secondo indiscrezioni di stampa, la compagnia D’Amato sta pensando di entrare nel business delle vasche idromassaggio e, più in generale, nella produzione di articoli per centri benessere. La svolta potrebbe avvenire nell’ambito dell’esperienza maturata nel gestire con tranquillità la crisi dei Marò, abilmente scaricata sulla collettività. I delfini blu della “Lexie” potrebbero decorare presto le vasche da bagno delle nostre SPA preferite.
Il logo e la foto della “Enrica Lexie sono tratti dal sito della Compagnia.
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